Londra, uno dei passanti ‘eroi’ sul London Bridge è un assassino  

Londra, uno dei passanti 'eroi' è un assassino

Pubblicato il: 30/11/2019 09:28

Uno dei passanti ‘eroi’, come sono stati definiti dalla stampa britannica, che ieri hanno disarmato il jihadista Usman Khan sul London Bridge sarebbe un assassino che da poco ha ottenuto la libertà vigilata. Lo rivela il Daily Mail, secondo cui l’uomo si chiama James Ford, ha 42 anni e nel 2004 è stato incarcerato a vita, con una pena minima di 15 anni, per aver ucciso Amanda Champion, una 21enne con difficoltà di apprendimento. Per uno strano gioco del destino, Ford ieri pomeriggio si trovava sul London Bridge proprio quando Usman Khan stava aggredendo una donna. Come si vede dai numerosi video circolati in rete, il 42enne sarebbe riuscito a bloccare l’attentatore prima dell’intervento della polizia.

Proprio vedendo i video in televisione, i parenti della ragazza uccisa hanno saputo che Ford era stato liberato. “Quell’uomo non è un eroe. È un assassino in libera uscita, circostanza di cui noi come famiglia non sapevamo nulla”, ha detto Angela Cox, la zia di Amanda al giornale, spiegando di aver scoperto solo ieri che l’uomo era stato rilasciato. “L’ufficiale di collegamento di polizia mi ha chiamato dicendo che era in tv. Sono così arrabbiata. Lo hanno fatto uscire senza nemmeno dircelo. Non mi interessa quello che ha fatto oggi, è un assassino. È feccia. Amanda era mia nipote, lei era vulnerabile e lui le ha tolto la vita. Sapeva ciò che stava facendo. Le persone non cambiano”.

Ieri sera il Ministero della Giustizia si è rifiutato di commentare, ma fonti di Whitehall hanno confermato che Ford, che aveva scontato gli ultimi giorni della sua condanna all’HMP Standford Hill, una prigione nel Kent, era ieri sul London Bridge.

L’OMICIDIO – Amanda Champion, che aveva l’età mentale di una quindicenne, è stata trovata strangolata e con la gola tagliata tra un mucchio di rifiuti in un terreno abbandonato vicino a casa sua ad Ashford, nel Kent, nel luglio del 2003.

La polizia non ebbe alcun indizio fino a quando un operatore di un’associazione religiosa di volontariato, infrangendo la rigida politica di riservatezza dell’organizzazione, rivelò alla polizia che un uomo aveva telefonato al centralino della sede addirittura 45 volte, per dire che voleva suicidarsi per via di un atroce crimine che aveva commesso. Quando Ford, un operaio di fabbrica e lottatore dilettante, confessò di aver ucciso la ragazza, l’operatore si decise ad andare alla polizia.

L’uomo venne arrestato e incarcerato senza però dare mai spiegazioni per l’omicidio e la famiglia di Amanda ha sempre tentato di bloccare la sua libertà vigilata.