Cinema: Marco D’Amore, ‘dirigere me stesso ha messo alla prova miei limiti’ 

Marco D'Amore: In 'L'Immortale' Gomorra diventa un film che vi emozionerà'

Marco D’Amore (foto Adnkronos)

Pubblicato il: 04/12/2019 17:17

“Dirigere me stesso mi mette ovviamente sempre e comunque alle prese con i limiti delle mie capacità e con l’odio e amore che ho verso questo mestiere”. A dirlo all’Adnkronos è Marco D’Amore, il noto Ciro di Marzio di ‘Gomorra’ che da domani porta al cinema la serie con lo spin-off ‘L’Immortale’, un progetto crossmediale unico nel suo genere di cui è regista e interprete . “Fortunatamente -sottolinea l’attore- intorno a me c’erano le persone con cui ho desiderato compiere questo viaggio, e che hanno saputo al tempo stesso bacchettarmi quando mi adagiavo troppo su ciò che sapevo fare, oppure stimolarmi ed incentivarmi quando sentivano che la strada era giusta”.

D’Amore, che nel film racconta la serie attraverso gli occhi di uno dei personaggi più amati, rivela che “dirigere il film è stato bellissimo, soprattutto quando ho potuto farlo senza dirigere me stesso. Perché gli attori con cui ho lavorato li ho scelti, li ho amati e mi hanno regalato grandi soddisfazioni”. Circa la narrazione di ‘L’Immortale’, che si pone come un ‘ponte’ che traghetta lo spettatore dalla quarta alla quinta serie di ‘Gomorra’, D’Amore osserva: “L’ambizione principale di questo film è di incuriosire quelli che non si sono mai imbattuti nella serie, e che si troveranno a percorrere un viaggio attraverso le vicende di un uomo nero, cupo, conflittuale che fa i conti con la propria vita”.

Ma anche gli appassionati fan della serie troveranno pane per i loro denti. “Quelli che hanno visto ‘Gomorra’ troveranno disseminati tanti riferimenti alla serie che li emozioneranno tanto”, assicura. Da un punto di vista produttivo, “è bello poter raccontare che l’Italia ha un primato -dice D’Amore- Non esiste al mondo un progetto crossmediale che unisca in modo così decisivo cinema e televisione, perché noi diciamo a chi ha seguito la serie in tv che se vuole capirne lo snodo deve andare al cinema, ma per concludere il percorso deve ritornare nel salotto di casa”.