Libri: ‘Rapsodia in blue’, Lucio Fumo patron di Pescara Jazz si racconta  

'Rapsodia in blue', Lucio Fumo patron di Pescara Jazz si racconta in un libro

Burt Bacharach accanto a Lucio Fumo ‘autore’ del volume ‘Rapsodia in blue note. La storia di Pescara Jazz’, di cui è stato anima e fondatore

Pubblicato il: 05/12/2019 16:50

Un prezioso volume per ripercorrere i ‘migliori anni’ e la memoria del Pescara Jazz, dalla sua nascita, nel lontano 1963. In libreria ‘Rapsodia in blue note. La storia di Pescara Jazz’, firmato dal suo patron e mentore Lucio Fumo (Ianieri edizioni, 196 pp., testi a cura di Marco Patricelli). Attraverso ricordi che spaziano dai retroscena dell’organizzazione degli appuntamenti musicali ai legami, anche affettivi, stabiliti con gli artisti più in vista della musica jazzistica, con un passo tutto suo, Lucio Fumo racconta e si racconta.

Gli esordi difficili, ma subito promettenti, il successo di pubblico e di critica fino ai momenti di fulgida affermazione a livello nazionale e internazionale, quando la manifestazione ha potuto rivendicare una rara autonomia anche di espressione. Se per tutta la sua lunga storia il ‘Pescara Jazz’ ha saputo accreditarsi come un contest tra i più autorevoli del settore, l’evento ha altresì captato la misura delle preferenze del pubblico, muovendosi con disinvoltura tra le sonorità jazz, blues, fusion, bebop e le molte altre declinazioni del genere.

Leandro “Gato” Barbieri, Bill Evans, “Duke” Ellington, Miles Davis, Keith Jarrett, Charles Frank Mangione sono solo alcuni tra i più influenti ed innovativi musicisti del XX secolo che hanno aderito, negli anni, alla manifestazione.

Accanto ai nomi ‘classici’ del jazz, a partire dagli anni ’90, hanno fatto la loro apparizione sul palcoscenico di Pescara anche celebri interpreti e cantautori, che hanno introdotto l’evento alle prospettive della musica leggera più impegnata, del rock e del pop, come James Taylor, Joan Baez, Bob Dylan, Tony Bennett, Tracy Chapman, Burt Bacharach, Natalie Cole.

“Lucio Fumo, colui che ha reso Pescara un punto di riferimento ineludibile in Italia e nel mondo per la capacità di rappresentare le numerose anime musicali confluenti nella cultura jazz, è un uomo dal fare discreto e riservato – ha scritto nell’introduzione al libro, Nicola Mattoscio della Fondazione Pescarabruzzo’- Dotato di un fascino silenzioso”.

“Non gli sono mai mancate nè la competenza necessaria, nè la straordinaria capacità di saper intendere la profondità del ruolo creativo dell’improvvisazione – ha proseguito Nicola Mattoscio – nè soprattutto il talento nel sapersi orientare nella complessità dei discorsi musicali ‘nuovi’, di quei linguaggi giunti prepotentemente, in Italia e in Europa, dall’America dopo la fine della II Guerra mondiale”.

“Lucio Fumo è stato per la città di Pescara una forza ‘centripeta’ – ha aggiunto – I cartelloni di ‘Pescara jazz’ hanno prima contaminato e poi orientato la politica culturale locale volgendola su un piano fortemente innovativo. I loro sono stati programmi precursori dei tempi, specchio e dilatazione delle tendenze musicali più in voga. Quelle tendenze, eccentriche 50 anni fa, che sono entrate ormai a pieno diritto nel novero della musica colta”.

Memorie eleganti e prive di ostentazione, quelle rievocate nella ‘Rapsodia’ di Lucio Fumo. “Un bagaglio personale di aneddoti e di storie nate dietro le quinte – ha citato ancora nell’introduzione Nicola Mattoscio- in cui sono compresi anche quelli che lui stesso annovera come piccoli ‘insuccessi’, come gli è capitato di registrare quando si è trovato di fronte alla rinomata fobia di Woody Allen”.