Pubblicato il: 08/12/2019 15:40
Puntuale come ogni 8 dicembre, il popolo No Tav torna in marcia per ricordare i disordini del 2005 al cantiere di Venaus e ribadire il suo no alla Torino-Lione a cui partecipano alcune migliaia persone, secondo le stime oltre 3000. Ad aprire la manifestazione, partita da Susa e diretta proprio a Venaus, lo striscione ‘c’eravamo, ci siamo e ci saremo. Ora e sempre No Tav’ portato dai giovani della Val di Susa. Dietro di loro i gonfaloni dei Comuni della Valle con i sindaci in fascia tricolore.
E ancora esponenti politici del Movimento 5 Stelle e di Rifondazione Comunista, la Fiom, una delegazione di Fridays for Future della Valsusa, Legambiente Piemonte. Numerosi anche gli striscioni che richiamano all’emergenza ambientale come quello che recita ‘La Torino-Lione è un delitto climatico’.
“Sono quasi trent’anni di lotta e oggi è una giornata importante a cui non rinunceremo mai”, scandiscono dal microfono gli organizzatori alla partenza della marcia. “Questa iniziativa non è, però, un rituale – aggiungono – ma è il rinnovarsi di un patto fatto tra gli uomini e la natura a difesa dell’ambiente e del futuro di tutti”.
“Continuiamo a resistere – proseguono – anche se stiamo affrontando un momento delicato perché alcuni di noi stanno scontando pene ingiuste a fronte di una lotta giusta. Noi siamo orgogliosi e siamo pronti a resistere ancora una volta – concludono – dalla valle diciamo se ne devono andare, nessun tunnel verrà costruito, noi non arretreremo di un passo”.