Bollette scontate con finta ‘benedizione’ vaticana, alla sbarra 2 truffatrici  

Bollette scontate con finta 'benedizione' vaticana, alla sbarra 2 truffatrici

(Fotogramma)

Pubblicato il: 13/12/2019 19:13

di Silvia Mancinelli

Millantavano referenze di porporati così “in alto” da legittimare un fantomatico ‘Centro Studi Vaticani’. Una vera e propria agenzia ben oltre l’ombra del Cupolone (in zona Casilina) che, attraverso un falso accredito del Cardinale Ruini, del quale una delle due “imprenditrici” si spacciava addirittura per figlia illegittima, offriva la possibilità ai propri clienti di pagare le bollette di qualunque ente, perfino di stipulare polizze assicurative, al costo ridotto del 50%, ma in qualche caso anche del 70%, consegnato alle “mediatrici” in contanti. Per dimostrare alle vittime l’avvenuto pagamento, veniva consegnato loro un bollettino con tanto di sigillo vaticano. Una certificazione “al di là di ogni sospetto” per il cliente che anzi, contento del risparmio e della benevolenza dell’ex presidente Cei (la cui firma, naturalmente falsa, era anche in calce al documento di ratifica mostrato dalle due truffatrici) consigliava l’agenzia con il passaparola allargando il giro d’affari del fantomatico centro studi stimato – solo con i casi accertati – in diverse migliaia di euro.

Davanti al giudice monocratico Simona Calegari, oggi nell’aula della VII sezione penale di Piazzale Clodio, hanno testimoniato diverse vittime, tra le quali un ristoratore che alle due donne ha consegnato 5mila euro in contanti, e la funzionaria di un ente di fornitura gas che le ha denunciate ai carabinieri. La donna, che tra le prime ha notato i mancati pagamenti da parte di diversi clienti, è stata perfino accusata dalle imputate di aver rubato lei i soldi consegnati. In realtà l’ente, come molti altri, constatando l’ammanco, contattava il moroso che a sua volta spiegava di aver pagato attraverso il centro studi. Una volta contattate dal reale creditore, però, le donne si giustificavano con problemi al conto corrente, ritardando così i tempi di presentazione della denuncia, presentata nei loro confronti anche da parte di una nota compagnia assicurativa.

Quando le ingiunzioni di pagamento ai clienti, il più delle volte in seria difficoltà economica e per questo costretti a ricorrere all'”aiuto” delle due donne “accreditate” dal Vaticano, sono diventate sempre più numerose portando al distacco delle utenze, sono scattate le indagini. Le donne, già condannate un mese fa a sei anni per nove episodi simili e denunciate dalla gendarmeria vaticana per utilizzo di sigilli vaticani contraffatti, devono rispondere di falso ideologico, truffa, appropriazione indebita, contraffazione di sigilli e sostituzione di persona. L’avvocato Armando Macrillò, legale di entrambe, contattato dall’Adnkronos, preferisce non commentare.