Delitto Rosboch, la parola alla Cassazione  

Delitto Rosboch, la parola alla Cassazione

(Fotogramma)

Pubblicato il: 18/12/2019 06:59

E’ fissata per le 10 in Cassazione l’udienza per il processo a carico di Gabriele Defilippi e Roberto Obert condannati in appello rispettivamente a 30 anni a 18 anni e nove mesi (in primo grado erano 19 anni, ndr) per aver ucciso Gloria Rosboch, l’insegnante 49enne di Castellamonte, piccolo comune del Canavese, scomparsa dalla casa dove viveva con i genitori il 13 gennaio 2016 e ritrovata cadavere un mese dopo, il 19 febbraio, in una discarica abbandonata nei boschi di Rivara. Per quel delitto in manette finirono in tre, Defilippi, ex allievo della vittima che promettendole una vita insieme le aveva portato via 187 mila euro di risparmi, la madre (giudicata in un processo separato e assolta in primo grado dall’accusa di concorso in omicidio) e l’amico del giovane, Obert. Dagli accertamenti si scoprì che nel settembre 2015 l’insegnante aveva presentato una denuncia per truffa nei confronti dell’ex allievo, con diversi profili sui social e la passione per i travestimenti.

Dalla ricostruzione del delitto emerge che la donna, il giorno della scomparsa, è salita volontariamente in auto con Defilippi e Obert. Forse i due hanno tentato di convincerla a ritirare la denuncia, di fatto la donna viene strangolata e poi gettata nella discarica. A consentire il ritrovamento del corpo era stato l’amico di Defilippi.

“Il mio auspicio – sottolinea all’Adnkronos Stefano Caniglia, l’avvocato che ha sempre seguito i genitori di Gloria Rosboch – è che la suprema Corte confermi le condanne in appello in modo che si possa così chiudere una vicenda giudiziaria che è stata molto dolorosa anche per i familiari della vittima e che i responsabili paghino il loro debito con la giustizia”. In aula domani i genitori di Gloria non ci saranno. Attende l’esito dell’udienza l’avvocato di Gabriele Defilippi mentre il legale di Roberto Obert , Celere Spaziante, all’Adnkronos dice: “confido in una mitigazione della pena alla luce del comportamento processuale tenuto”.