Fondazione Open, Riesame respinge ricorso Carrai 

Fondazione Open, Riesame respinge ricorso Carrai

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Pubblicato il: 21/12/2019 12:23

Il Tribunale del Riesame di Firenze ha respinto i ricorsi presentati contro le perquisizioni e i sequestri di documenti e supporti informatici eseguiti dalla Guardia di Finanza su disposizione della procura fiorentina lo scorso 26 novembre nei confronti di una ventina tra imprenditori e società che hanno versato rilevanti contributi alla Fondazione Open, che dal 2102 al 2018, anno in cui fu sciolta, sosteneva le iniziative politiche di Matteo Renzi, compresa la kermesse della Leopolda. L’ordinanza del collegio giudicante, che conferma i provvedimenti, è stata depositata oggi in cancelleria, con riserva di rendere note le motivazioni della decisione entro 45 giorni.

I ricorsi erano stati presentati dall’imprenditore fiorentino Marco Carrai, ex consigliere d’amministrazione della fondazione Open, indagato dalla procura per il reato di finanziamento illecito ai partiti, e da alcuni finanziatori della Fondazione Open, pur non indagati nel procedimento. Anche l’avvocato Alberto Bianchi, ex presidente della Fondazione Open, indagato per i reati di traffico di influenze e di finanziamento illecito ai partiti, aveva presentato ricorso, ma all’udienza del 16 dicembre scorso ha rinunciato alla discussione.

I difensori di Carrai, gli avvocati Filippo Cei e Massimo Dinoia, durante l’udienza al Riesame avevano chiesto di dichiarare illegittimi i sequestri della documentazione contestando l’accusa di finanziamento illecito, rigettando la tesi dei pm Luca Turco e Antonino Nastasi secondo cui la Fondazione Open debba essere considerata ‘un’articolazione di partito’.

A sostegno della tesi della difesa di Carrai, era stato presentato un parere ‘pro veritate’ dell’ex presidente della Corte Costituzionale ed ex ministro della Giustizia del governo Prodi Giovanni Maria Flick, in cui era rappresentata un’interpretazione contraria a quella dei pm fiorentini, secondo cui Open non può essere considerata ‘articolazione di partito’, ipotesi invece alla base dell’indagine per finanziamento illecito.

Tra i finanziatori della Fondazione Open, non indagati nel procedimento, che avevano presentato ricorso contro le perquisizioni e i sequestri della documentazione in loro possesso il finanziere David Serra, fondatore e amministratore delegato del fondo Algebris, e la famiglia di imprenditori fiorentini Aleotti.

Secondo la procura, dall’esame della documentazione sequestrata dalla Guardia di Finanza il 18 e 19 settembre scorsi nello studio fiorentino dell’avvocato Alberto Bianchi emergerebbero “due profili fattuali di interesse”: la Fondazione Open avrebbe agito da “articolazione di partito politico” (alle primarie del Pd del 2012 che videro prevalere l’allora segretario Pierluigi Bersani su Matteo Renzi; sostenendo il ‘comitato per Matteo Renzi segretario” del Pd, eletto con le primarie dell’8 dicembre 2013; con le ricevute di versamento da “parlamentari”); “la Fondazione Open ha rimborsato spese a parlamentari ed ha messo a loro disposizione carte di credito e bancomat”.