Prescrizione, il no di Mannino: “Pd a rimorchio dei capricci M5S” 

Prescrizione, il no di Mannino: Pd a rimorchio dei capricci M5S

Calogero Mannino

Pubblicato il: 30/12/2019 15:08

di Elvira Terranova

Definisce la riforma che dal primo gennaio abolisce la prescrizione “l’errore degli errori” nella “politica giudiziaria”, “in specie degli ultimi anni”, perché lo stop alla prescrizione “introduce una lesione difficilmente sanabile” dei “principi che assicurano a un sistema, a un ordinamento giudiziario, principi di certezza”. A parlare con l’Adnkronos è Calogero Mannino, ex ministro democristiano, di recente assolto in appello nel processo stralcio sulla cosiddetta trattativa tra Stato e mafia, in cui era imputato, dopo una assoluzione di primo grado, per minaccia a corpo politico dello Stato. Una sentenza di assoluzione arrivata, nonostante il processo con il rito abbreviato, solo dopo sette anni. Già in passato, l’ex politico, che ad agosto ha compiuto 80 anni, era stato imputato, questa volta per concorso esterno in associazione mafiosa, e anche quella volta è stato assolto dall’accusa. Una sentenza, di assoluzione, definitiva arrivata dopo quasi venti anni.

Calogero Mannino oggi non lesina critiche al Pd, che definisce “remissivo” nei confronti del M5S. “Mi pare che fino a questo momento il Pd sia stato in tutto al rimorchio del capriccio dei Cinque stelle – dice l’ex ministro – A partire dalla prescrizione. Ma anche con riferimento a tutti gli atti politici che il governo ha fin qui compiuto. In linea di fatto c’è un Pd al rimorchio di Cinque stelle, peraltro attraversato da una crisi che è davanti agli occhi di tutti”.

E aggiunge: “Per frenare un populismo-sovranismo, il Pd si è caricato sulle spalle un populismo-giustizialismo. E’ la fine definitiva della pretesa del Pd di rappresentare una forza di garanzia dell’ordinamento costituzionale, innanzitutto, e della stabilità del quadro politico italiano”. E parla di una “disabilitazione totale del sistema”.

Poi, tornando a parlare della prescrizione, Mannino spiega: “E’ molto raramente un’arma nelle mani dell’imputato quanto nelle mani del pubblico ministero che ormai, per universale riconoscimento, è divenuto il ‘dominus’ del processo. Soprattutto ne stabilisce i tempi”.

“Questa disciplina della prescrizione si aggiunge a complemento e a corona di un potere che il pubblico ministero, di fatto, ha assunto nella giurisprudenza di questi anni – aggiunge ancora Calogero Mannino – Non ha vincoli temporali per la conclusione dell’istruttoria. L’avvio di una indagine sempre accompagnata, soprattutto quando il caso si presta a forme pubblicitarie e, in particolare, quando la vittima è un politico o un imprenditore o, comunque, un personaggio la cui notorietà rende una possibilità di notorietà allo stesso pubblico ministero”.

Calogero Mannino parla, quindi, di un “potere assoluto del pm” che “non viene mai arginato dal gip” la cui funzione “si è rivelata veramente un flop dell’attuale codice di procedura penale”. E “perciò – aggiunge Mannino – un’istruttoria si apre all’infinito, continua anche quando il processo è davanti ai giudicanti, nel mio caso, perché dovrò pure indicare le particolari assurdità del potere assegnato al pubblico ministero”.

“Infatti nel mio caso – dice Calogero Mannino – il pm ha riaperto l’istruttoria pur trattandosi di un processo d’appello e per di più derivante da un giudizio abbreviato”. Per l’ex ministro Dc “questa è la prova in concreto della anomalia che ormai caratterizza il processo”.

“La corrente politica- combinato disposto giornali -una sezione sia pure ristretta della magistratura e campioni politici del giustizialismo che nell’immediato dà risultati e poi si rivela di fatto effimero- dice Mannino – Adesso questa ultima novella della disciplina della prescrizione è l’ultimo colpo che si può dare al sistema. Inevitabilmente si pone il problema tout court del funzionamento della giustizia in Italia. Che in questo modo finisce con il rappresentare almeno una insidia a un sistema politico e costituzionale fondato sulla libertà e sull’esercizio della democrazia”.