Libia, Di Maio: “L’Italia non interverrà militarmente” 

Libia, Di Maio: L'Italia non interverrà militarmente

(Fotogramma)

Pubblicato il: 15/01/2020 12:22

Nell’ambito della crisi libica, “l’Italia non intende intervenire militarmente nel conflitto e continua ad aderire con rigore all’embargo sulle armi”. E’ quanto ha ribadito il ministro degli Esteri Luigi Di Maio nel corso della sua informativa al Senato. “Ogni inasprimento sul terreno favorisce solo gli interessi di attori esterni, le cui agende differiscono dalle nostre e che non hanno a cuore le stesse nostre esigenze di sicurezza”, ha aggiunto Di Maio, sottolineando che “è fondamentale cercare di mantenere il cessate il fuoco e riportare la crisi libica su un binario politico”.

“L’instabilità diffusa” nell’area del Medio Oriente allargato “tocca da vicino gli interessi nazionali italiani. In primis l’interesse per la nostra sicurezza, prima di tutto per scenari che a volte si collocano a poche centinaia di chilometri da noi”. “E’ in gioco lo stesso ruolo geopolitico dell’Italia, nel mare che vogliamo continuare a considerare nostrum. Quanto succede soprattutto nel Mediterraneo ha un impatto diretto sulla vita quotidiana dei nostri cittadini”, ha sottolineato il ministro. “Quanto più l’Italia sarà unita e compatta di fronte a queste sfide, tanto più riuscirà a mettere in campo un’efficace capacità di iniziativa politica e il nostro Paese ribadirà sempre, con forza, che l’unica risposta a questa instabilità è – e deve rimanere – politica. Nel Mediterraneo non esistono scorciatoie militari”.

La contrapposizione in Libia “è aggravata dalle interferenze di attori internazionali e regionali esterni, a sostegno dell’una o dell’altra parte”. “Da conflitto interno – ha aggiunto – la crisi libica si è trasformata in guerra per procura”. “In questo contesto – ha proseguito il ministro – si collocano i due accordi tra Libia e Turchia in materia di delimitazione marittima e sicurezza e la decisione del Parlamento turco di autorizzare l’invio di propri militari. Iniziative che abbiamo denunciato per gli effetti negativi che hanno avuto su uno scenario già fortemente polarizzato. Al contempo, abbiamo stigmatizzato tutte le forme di ingerenza esterna nel Paese”, ha concluso Di Maio.

Durante l’informativa al Senato, annuncia Di Maio, che il presidente iracheno Salih sarà in vista in Italia “nei prossimi giorni”. Di fonte alla escalation provocata “dall’uccisione, presso l’aeroporto di Baghdad, del Generale iraniano Soleimanì e il grave attacco iraniano a due basi irachene che ospitano militari della Coalizione anti-Daesh dell’8 gennaio”, ha detto il ministro, l’Italia ha “privilegiato quattro direttrici d’azione” – favorire il dialogo, tutelare i soldati su terreno, sostenere il contrasto a Daesh e confermare la piena attuazione all’intesa sul nucleare Jcpoa- lavorando a livello di Ue, Coalizione anti Daesh e bilaterale. Per questo, ha spiegato il ministro, “abbiamo poi proceduto a mirati contatti bilaterali.

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha sottolineato la necessità di continuare la missione di contrasto allo Stato Islamico in Iraq, garantendo anche l’incolumità dei nostri soldati. “Riteniamo che, nel rispetto della sovranità irachena e a fronte di adeguate garanzie di sicurezza, è opportuno che l’impegno contro il terrorismo possa continuare”, ha detto il ministro durante l’informativa in Senato. Di Maio ha ricordato l’avvenuta “attenta verifica delle condizioni di sicurezza per i nostri militari impegnati in Iraq nel quadro della Coalizione anti-Daesh, ma anche della missione europea (EUAM Iraq) e della missione NATO (NMI)”, sottolineando che “il Governo considera prioritario garantire la loro incolumità”. Secondo il titolare della Farnesina, la Coalizione internazionale per il contrasto a Daesh “rimane strumento fondamentale”. “Essenziale, nel cammino di rinnovamento della Coalizione, sarà la plenaria a livello ministeriale, che l’Italia ospiterà in primavera”, conclude.