Danza: alla Scala omaggio a Roland Petit e Hans van Manen  

Alla Scala omaggio a Roland Petit e Hans van Manen

‘Le combat des anges’ di Roland Petit, uno dei brani in cartellone alla Scala, dal 23 gennaio all’8 febbraio, nell’ambito della serata ‘Hans van Manen-Petit’

Pubblicato il: 20/01/2020 10:58

Attesissima alla Scala dal 23 gennaio all’8 febbraio, la nuova tappa del progetto di balletti su musica da camera che celebra Hans van Manen e Roland Petit, icone della storia della coreografia che hanno segnato la danza del nostro tempo con l’originalità di uno stile inconfondibile che qui si declina in lavori legati in modo imprescindibile al tessuto musicale.

Il genio di Roland Petit viene esaltato nel capolavoro esistenzialista ‘Le Jeune homme et la Mort’ e con l’evocativo e intenso duetto maschile ‘Le combat des anges’ da uno dei suoi magistrali successi ‘Proust, ou les intermittences du coeur’. Quello vivente, di Hans van Manen, invece, viene celebrato attraverso uno dei suoi pezzi-simbolo, ormai un classico del XX secolo, ‘Adagio Hammerklavier’, e da due brani mai eseguiti prima dal balletto scaligero, ‘Sarcasmen’ e ‘Kammerballett’.

Hans van Manen si rivela maestro nell’uso dello spazio e della struttura, di uno stile puro, ma con un substrato fortemente espressivo, sempre attento alle dinamiche, anche conflittuali, ironiche, mai astratte.

“L’accostamento nella stessa serata di due grandi coreografi moderni come Roland Petit e Hans van Manen non è casuale, né privo di significato e interesse”, ha dichiarato il critico, studioso e giornalista, direttore della rivista internazionale Ballet 2000, Alfio Agostini, che alla Scala ha tenuto un incontro aperto al pubblico.

Ed ha aggiunto: “A pochi anni di distanza, van Manen fu danzatore nella compagnia di Petit, rappresentano le due grandi correnti del balletto del secolo scorso e di oggi. Una dualità che non è, come vuole il luogo comune superficiale, tra danza classica e contemporanea, ma tra due concezioni diverse dell’arte della danza”.

“Una che vive di racconto, di emozione, di passione, anche in forme stilizzate ma sempre ‘umane, e in questo, Petit è stato maestro – ha proseguito – E l’altra che vede la danza come forma, costruzione di movimento, non senza sensualità, ma portando in scena l’astrazione dell’arte contemporanea. E qui brilla il genio del coreografo olandese”.