Virus Cina, i possibili scenari 

Virus Cina, i possibili scenari

(AFP)

Pubblicato il: 21/01/2020 17:46

Sul nuovo coronavirus che sta circolando in Cina “non si può prevedere niente. Sono quadri che possono mutare in meglio o in peggio nel tempo. Domani all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) è prevista la riunione del comitato di crisi che definirà con gli organi dei ministeri della Salute le misure da prendere per evitare ogni minima diffusione del virus. Anche da noi”. Maria Rita Gismondo, responsabile del Laboratorio di microbiologia dell’ospedale Sacco di Milano, un ruolo di prima linea contro la Sars e le infezioni che negli anni hanno tenuto diverse aree del mondo con il fiato sospeso, delinea per l’AdnKronos Salute i possibili scenari che potrebbero emergere domani dal vertice internazionale.

“Sicuramente, come per qualsiasi virus respiratorio, il problema è legato all’alta contagiosità. La via respiratoria è la tipologia di contagio più temuta, perché si può prevenire in maniera meno efficace – sottolinea l’esperta di bioemergenze -. Dal vertice Oms sicuramente arriveranno avvertenze di tipo diagnostico, indicazioni sulla raccolta dei casi per approfondire la conoscenza del nuovo virus e come prima misura l’uso mascherine in luoghi affollati. In futuro si potrebbe parlare di altri tipi di limitazioni. E spero non si arrivi al controllo delle frontiere, perché sarebbe l’ultima spiaggia”.

“Attualmente la preoccupazione – ricorda Gismondo – è per il Capodanno cinese, ricorrenza per cui moltissimi cinesi si spostano per raggiungere parenti e amici nel mondo. Questo potrebbe moltiplicare il fattore di contagio. E se dovessero emergere casi in Europa, si potrebbe procedere con l’uso di mascherine. Per ora l’unica raccomandazione è di evitare luoghi sovrappopolati dove il contagio è sicuramente facilitato. Particolare attenzione viene riservata a chi proviene dalle aree con il focolaio”.

Oggi la Cina, prosegue la microbiologa, “sta procedendo con misure preventive che non sono poi così decisive per fermare il virus, come la rilevazione della temperatura dei soggetti che si presentano negli aeroporti, ma sappiamo che questo non è l’unico posto dove si può trovare una popolazione eventualmente sospetta e la temperatura è un parametro relativo perché non sappiamo se c’è una fase infettiva non febbrile e qualche persona con la febbre può sfuggire ai controlli. La Sars insegna che alcuni soggetti prendono il paracetamolo prima di arrivare ai controlli o di scendere dall’aereo. Questo ci farebbe perdere la possibilità di individuare pazienti infettati”.

L’Italia è comunque “abbastanza lontana dalle possibilità di contagio” ribadisce Gismondo, che lancia un appello a tutti: “E’ un appello e un consiglio, attenersi a quello che l’Istituto superiore di sanità (Iss) sta dichiarando”.

Quanto all’uso delle mascherine, per l’esperta “gli operatori sanitari in ambulatori affollati o Pronto Soccorso potrebbero usarle con utilità e anche gli operatori pubblici in ambienti in cui non si può conoscere la popolazione presente. Se possibile, per estrema precauzione si potrebbero evitare grandi agglomerati, situazioni di sovrappopolazione, ma è una super cautela che non viene ancora indicata“.