Libri: in ‘Una divisa per Nino’ il fascismo narrato ai bambini 

In ‘Una divisa per Nino’ il fascismo narrato ai bambini

Pubblicato il: 26/01/2020 15:27

(di Loredana Errico) – Raccontare la storia, la più buia dell’Italia, ma anche insegnare ad avere coraggio nel difendere valori universali come la solidarietà e libertà. Esce con Gribaudo, ‘Una divisa per Nino. Il fascismo narrato ai bambini’, un libro illustrato scritto da Francesca La Mantia e disegnato da Matteo Mancini. Un bambino, Nino, in pieno Fascismo e durante la guerra di Etiopia (1936) cerca di diventare un bravo figlio della lupa per conquistare una sua compagnetta di scuola.

Ma il suo fare un po’ goffo, l’amicizia con il suo vicino di casa, l’antifascista Ruggerini, e con il figlio di questi, Gabriele, il ritorno dalla guerra del fratello maggiore di lui, provocheranno in Nino un radicale cambiamento e un rifiuto totale del regime e della violenza. Un viaggio verso la consapevolezza e la scelta: da una divisa che non viene indossata per caso a una divisa che Nino sceglierà di non indossare.

“Per il film ‘La memoria che resta’, realizzato nel 2016, ho raccolto tante testimonianze dirette di partigiani e superstiti ma non sono riuscita a dare spazio a tutto. Così ho scritto questa storia; sentivo l’urgenza di non perdere ‘il pezzo’ di storia che avevo raccolto” racconta l’autrice Francesca La Mantia all’Adnkronos.

Ma chi è Nino? “Nino è un bambino capace di parlare ai più piccoli ma anche ai grandi. Ed è il nome di mio nonno che da piccola mi raccontava della scuola fascista, delle parate e dell’emozione di un bambino davanti alle celebrazioni del regime”. E nel libro sono diversi gli aneddoti tratti da fatti realmente accaduti e non tutti i personaggi sono di fantasia: “il signor Ruggerini e la maestra Bortolina si chiamavano veramente così”.

“Credo fortemente nella storia e nelle testimonianze dirette per trovare il coraggio di prendere posizione e difendere l’uguaglianza, la libertà di parola e pensiero ma anche per ricordare che la guerra è sempre sbagliata; la dittatura è sempre sbagliata; il razzismo è sempre sbagliato; l’antisemitismo è sempre sbagliato” e questi, afferma La Mantia, “sono messaggi universali”.

“Oggi più che mai abbiamo bisogno di questi valori” aggiunge l’autrice che è anche un’insegnante: “Rispetto a qualche anno fa, vedo nei giovani una consapevolezza diversa ma devono essere guidati. Per questo è importante partire sempre dalle scuole”.