Fmi: “Stime crescita Italia le più basse in Europa” 

Fmi: Stime crescita Italia le più basse in Europa

(Xinhua)

Pubblicato il: 29/01/2020 11:44

Il Fondo Monetario Internazionale conferma la stima di Pil 2020 a +0,5% sottolineando come – con una stima per gli anni successivi a +0,6-0,7% – l’Italia presenta “le previsioni più basse nell’Ue, che riflettono il basso potenziale di crescita”. Lo si legge nella dichiarazione finale della missione Fmi incaricata di redigere il rapporto annuale sull’Italia, in cui si evidenzia come “la materializzazione di choc contrari potrebbe portare a uno scenario molto più debole”.

All’Italia “serve un pacchetto complessivo di riforme che aumentino la crescita e rafforzino la resilienza” della sua economia, si legge nella dichiarazione finale, osservando come “gli attuali bassi tassi di interesse offrono una finestra di opportunità” per agire fra l’altro “abbattendo le barriere alla concorrenza”. Ma serve anche un consolidamento fiscale di medio termine per abbattere il debito pubblico”, un piano di interventi con “misure per sostenere la crescita, proteggere i meno abbienti e combattere il cambiamento climatico”.

E ancora, in Italia serve “correttezza” nel caso di pensionamenti anticipati “collegando direttamente i benefici con gli assegni” sottolinea l’Fmi, riconoscendo tuttavia come nella riforma del proprio sistema pensionistico “l’Italia ha fatto più della maggior parte degli altri Paesi con risparmi nel lungo termine”.

QUOTA 100 – Il fatto è che “nei prossimi decenni le pressioni sulla spesa sono destinate a salire considerevolmente” anche per via di ‘Quota 100’, che “accresce la spesa e crea una discontinuità sull’età pensionabile”. L’Fmi invita a “mantenere il collegamento fra età pensionabile e aspettativa di vita, adeguando i parametri previdenziali per garantire la sostenibilità” del sistema.

REDDITO CITTADINANZA – Inoltre, un programma come il Reddito di Cittadinanza offre “benefici superiori ai livelli internazionali” che però “calano troppo rapidamente rispetto alla dimensione delle famiglie, penalizzando quelle più povere e più numerose” scrive il Fondo Monetario.

RETRIBUZIONI – Non solo, i benefici “si riducono nettamente in caso venga accettato un lavoro, soprattutto in caso di basse retribuzioni”. Di qui l’invito ad allineare le caratteristiche del Reddito di Cittadinanza “con le migliori pratiche internazionali per evitare un disincentivo al lavoro e una dipendenza dal welfare”.