“Emergono segnali di rallentamento del coronavirus”, l’analisi dagli Usa di Guido Silvestri 

Emergono segnali di rallentamento del coronavirus, l'analisi dagli Usa di Guido Silvestri

((Xinhua/Jairo Cajina) (gj)

Pubblicato il: 11/02/2020 09:38

di Margherita Lopes

“Il quadro sta evolvendo. E dai dati che abbiamo già a disposizione possiamo dire che da alcuni giorni il numero di nuovi casi diminuisce. Questo è un segnale positivo, spia di un rallentamento. E l’auspicio è che nel giro di qualche settimana i focolai di nuovo coronavirus possano essere contenuti”. A dirlo all’Adnkronos Salute è Guido Silvestri, raggiunto telefonicamente in Usa dove è professore e direttore del Dipartimento di Patologia dell’Emory University School of Medicine, editore del ‘Journal of Virology’ e autore del volume ‘Il virus buono. Perché il nemico della salute può diventare il nostro miglior alleato’ (Rizzoli).

“E’ importante non fare allarmismo. E possiamo dire che le autorità cinesi, dopo qualche indugio iniziale, hanno adottato misure draconiane per limitare l’epidemia”. Quanto alla scelta italiana di chiudere i voli diretti dalla Cina “in generale occorre adottare misure equilibrate, mirate a ridurre l’importazione di casi. Ritengo che le decisioni sui voli dalla Cina – aggiunge – siano state prese da esperti e studiosi, e in Italia ne abbiamo di validissimi, dunque dobbiamo fidarci. E dobbiamo anche dire che le autorità cinesi hanno preso delle misure molto stringenti nella lotta a questo virus. Sul quale sappiamo molto, ma non ancora tutto: abbiamo la sequenza genetica, sappiamo che ha avuto origine dai pipistrelli, e i dati ci dicono che sembrerebbe meno virulento della Sars, con cui è imparentato. Ma in medicina è difficile che qualcosa sia bianco o nero: è il caso dei contagi asintomatici. Sicuramente chi ha sintomi è più contagioso, ma sugli asintomatici non abbiamo ancora certezze, siamo in una zona fluida, un’area ancora grigia”.

La scienza “sta facendo tutto ciò che si deve fare – dice Silvestri – si studia il virus, c’è già chi lavora a un vaccino, e si testa un ricco set di farmaci antivirali promettenti. Inoltre la mortalità attualmente è attorno al 2%, più bassa della Sars. Sembra però che ci siano più rischi per i soggetti già fragili e con malattie cardiopolmonari pre-esistenti”. E se la stessa Organizzazione mondiale della sanità ha parlato di una punta dell’iceberg a proposito dei casi al di fuori dalla Cina, l’esperto è cauto: “Molti scenari sono possibili. La Sars ad esempio è scomparsa in qualche settimana. Aspettiamo le prossime settimane”.

Questo nuovo coronavirus alla fine si rivelerà un virus buono, come quelli di cui parla nel suo libro? “Molta della patogenicità di un virus arriva quando questo passa da una specie all’altra, come nel caso di 2019-nCoV – risponde l’esperto – Ma con il tempo i virus si adattano alla nuova specie, ed in certi casi si rivelano persino utili per le funzioni vitali” dell’ospite. “Questo è un virus nemico, appena entrato in un nuovo ospite. In futuro, però, potrebbe adattarsi, e se potessimo andare avanti nel tempo chissà cosa scopriremmo”.