Coronavirus, “no rischi carenza farmaci” 

Coronavirus, no rischi carenza farmaci

(Fotogramma/Ipa)

Pubblicato il: 14/02/2020 11:07

“Stiamo monitorando da vicino la situazione” relativa alle possibili carenze di farmaci che si potrebbero creare con la ‘crisi’ cinese, legata al coronavirus, “situazione che però è al momento assolutamente sotto controllo, perché le aziende hanno delle scorte importanti e dispongono di continuity plan, piani di emergenza che nel caso di problemi consentono di attivare fornitori di back up”. A parlarne con l’Adnkronos Salute è il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi.

Sull’emergenza coronavirus, prosegue, “sono più d’accordo con la posizione presa dal ministro Speranza, che con quella di altri Paesi. Una posizione di giusta attenzione, ma di cautela, per un semplice motivo: se cominciamo a creare questi allarmismi, poi le carenze ci saranno davvero, perché le persone faranno accaparramenti inutili di medicinali. Le aziende stanno monitorando la situazione, hanno piani continuità e vie alternative, se dovessero essere necessarie. Certo che se l’epidemia durasse anni il problema si presenterà“, perché la Cina è il principale produttore di materie prime per i medicinali, “ma già altri produttori sono allertati per, eventualmente, entrare in gioco”, assicura Scaccabarozzi.

Quanto alle aziende associate a Farmindustria con una base in Cina, “alcune in via cautelativa hanno chiuso temporaneamente il loro stabilimento – fa sapere il presidente – in attesa di una scadenza precisa per riaprire, ma non è una situazione generalizzata, bensì scelte singole di alcune imprese”.

Infine, l’export: quello italiano “vale ben 32 miliardi di euro l’anno, e non sono preoccupatissimo se la Cina dovesse ridurre le importazioni dall’Italia, perché al momento il valore del nostro export verso quel Paese è di solo un miliardo di euro. Se c’è qualcosa da dire su questa situazione – conclude – è che è l’ennesima dimostrazione di quanto sia importante investire in salute, con impatti da tutti i punti di vista, e di quanto la salute non sia un costo ma un investimento”.