‘E’ nato prima l’uomo o la carta bollata?’, nuovo libro di Celotto 

'E' nato prima l'uomo o la carta bollata?', nuovo libro di Celotto

(Foto Fotogramma)

Pubblicato il: 20/02/2020 16:48

Troppe leggi, troppa lentezza, troppi enti, troppa frammentazione di competenze, un linguaggio troppo oscuro. La burocrazia è un labirinto nei cui meandri per i cittadini è inevitabile perdersi e rappresenta un problema serio per lo Stato perché non solo costa molto in termini di mancata crescita del pil e frena lo sviluppo ma diventa anche terreno fertile dove attecchisce la corruzione. La burocrazia è un male antico che viene da molto lontano. A tal punto che Alfonso Celotto, avvocato e professore di Diritto Costituzionale alla facoltà di Giurisprudenza all’Università di Roma 3, si pone la domanda: “E’ nato prima l’uomo o la carta bollata?”.

Una domanda che è il titolo del suo nuovo volume, edito da Rai Libri e in vendita da oggi, dove si parla di “Storie incredibili ma vere di una Repubblica fondata sulla burocrazia”. E alla domanda paradossale Celotto dà una risposta paradossale: “E’ nata prima la burocrazia. Perché, sicuramente, appena venuti al mondo, anche ad Adamo ed Eva fu chiesta copia autentica del certificato di nascita per ottenere il codice fiscale. Forse anche in duplice copia e in carta bollata”, dice all’Adnkronos.

Ma al di là del paradosso, la realtà è che quel sistema che è stato pensato quale garanzia di legalità in un modello di Stato incentrato sul primato della legge, è diventato tutt’altro. Sono passati quasi tre secoli e siamo ben lontani da quell’idea illuministica: da anni (molti, troppi) è diventata, argomenta Celotto, una forma di complicazione, che estenua i cittadini e intralcia i procedimenti. Il risultato concreto, quello con cui ognuno di noi si trova quotidianamente ad avere a che fare, è un meccanismo così cavilloso nel quale si perde di vista l’obiettivo finale, cioè l’interesse pubblico.

Un problema che è un macigno ma che l’autore vuole “raccontare in maniera leggera” con l’obiettivo di “far capire meglio ai cittadini che non siamo sudditi e che il problema burocratico va conosciuto per essere affrontato”, spiega Celotto.

“Tutti noi possiamo raccontare una storia paradossale di burocrazia”, afferma Celotto. E l’Italia sembra soffrire il mal di burocrazia più degli altri Paesi, come attestano gli indici dell’Ocse che pongono il nostro Paese agli ultimi posti delle classifiche internazionali.

Ma ci può essere una luce in fondo al tunnel della burocrazia? Celotto non chiude alla speranza di una via d’uscita che si chiama digitale. “Ma- avverte – finora è stato applicato male. Va ripensato tutto il processo perché si arrivi a una sola app che, finalmente, semplifichi la vita ai cittadini”.