Coronavirus, “impennata casi in Corea è atto del diavolo”  

Coronavirus, impennata casi in Corea è atto del diavolo

(Afp)

Pubblicato il: 21/02/2020 12:27

Un “test di fede”. Così il leader religioso coreano Lee Man-hee ha definito la preoccupante impennata dei casi di contagio da nuovo Coronavirus in Corea del Sud, dove si è registrata anche la prima vittima. La maggior parte si sono verificati a Daegu, durante una funzione tenuta dalla Chiesa di Gesù Shincheonji, un movimento fondato nel 1984 dal pastore, che conta circa 200mila seguaci e 74 chiese nel Paese. E oggi, riporta il Daily Mail, Lee Man-hee ha etichettato la diffusione come un “atto del diavolo”.

“L’incremento della malattia è visto come l’atto del diavolo per fermare la rapida crescita della Chiesa Shincheonji”, ha scritto il leader religioso in una lettera ai suoi fedeli. “Fortifichiamo ulteriormente la nostra fede. Possiamo vincere”, ha continuato il fondatore della Chiesa.

Secondo gli ultimi dati del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie in Corea del Sud (Kcdc) in tutto il Paese i casi di contagio sono 204, di cui 100solo oggi. La maggior parte dei contagi, ben 153, sono stati registrati a Daegu e nella circostante provincia del Gyeongsang del Nord. Le autorità sudcoreane ritengono che almeno 85 sarebbero attribuibili alla presenza di una donna di 61 anni, nota come “Paziente 31”, ad una funzione religiosa tenuta proprio dalla Chiesa di Gesù Shincheonji nella città di Daegu, che – con i suoi 2,5 milioni di abitanti – rischia ora di diventare la “nuova Wuhan”.

Circa 1.000 seguaci che hanno partecipato ai servizi domenicali con lei sono stati messi in quarantena nelle loro case mentre le autorità sanitarie stanno eseguendo i test. Gli esperti ritengono che le riunioni affiatate siano un terreno fertile ideale per il virus e il presidente Moon Jae-in ha chiesto un'”indagine approfondita”.