Mostre: a WeGil, ‘Elliott Erwitt Icons’ promossa da Regione Lazio’ 

Negli spazi di WeGil 'Elliott Erwitt Icons', mostra promossa da Regione Lazio

In mostra a Roma negli spazi di WeGil omaggio a ‘Elliott Erwitt’

Pubblicato il: 21/02/2020 13:54

‘Elliott Erwitt Icons’ a Roma negli spazi di WeGil. Roma dedica una retrospettiva ad uno dei più grandi maestri della fotografia del ‘900. Fino al 17 maggio apertura al pubblico della mostra, a cura di Biba Giacchetti. Celebrazione di uno dei più grandi maestri della fotografia contemporanea. Promossa dalla Regione Lazio e organizzata da Laziocrea in collaborazione con SudEst57, la retrospettiva raccoglie 70 degli scatti più celebri di Erwitt. Uno spaccato della storia e del costume del Novecento visti attraverso lo sguardo tipicamente ironico del fotografo, specchio anche della sua vena surreale e romantica.

Dall’incontro tra Nixon e Kruscev, all’immagine di Jackie Kennedy durante il funerale del marito, dal celebre incontro di pugilato tra Muhammad Alì e Joe Frazier, al fidanzamento di Grace Kelly con il principe Ranieri di Monaco, l’obiettivo di Erwitt ha catturato alcuni degli istanti fondamentali della storia del secolo scorso che, grazie alle sue fotografie, sono rimasti impressi nell’immaginario collettivo.

Tra le foto in mostra, non mancheranno i celebri ritratti di Che Guevara, Marlene Dietrich e la famosa serie dedicata a Marilyn Monroe. Il pubblico potrà ammirare alcuni degli scatti più iconici e amati di Erwitt come il ‘California Kiss’ in cui emerge la vena più romantica del maestro. Non mancheranno le foto più intime e familiari come quella della sua primogenita neonata, ritratta sul letto sotto lo sguardo dalla madre. Nel percorso verranno esposti anche gli scatti da cui emerge la vena ironica di Erwitt come quelli ai suoi cani o le immagini scattate al matrimonio di Bratsk.

Della stessa vena giocosa è testimonianza la collezione di autoritratti del fotografo. Immagini che raccontano tanto dell’artista compresa la capacità innata di prendersi gioco non solo della realtà esterna ma anche di sé stesso. A corredo, una sezione documentale del lavoro di Erwitt con i giornali e le pubblicazioni originali su cui comparvero per la prima volta le immagini dell’artista. Completa l’esposizione il catalogo della mostra a cura di SudEst57 in cui ogni fotografia è accompagnata da un dialogo tra Elliott Erwitt e Biba Giacchetti attraverso cui scoprire i segreti, le avventure e il senso di ognuna di esse.

Nel corso dell’inaugurazione il capo di gabinetto della Regione Lazio, Albino Ruberti, ha ricordato che a “marzo si concluderanno i lavori di restauro di WeGil. Lo spazio nel cuore di Trastevere che era stato chiuso per 37 anni e oggi restituito alla città. Uno spazio – ha aggiunto- con una dimensione multidisciplinare dove la fotografia regna sovrana per raccontare, attraverso l’immagine, la contemporaneità”. Elliott Erwitt è nato a Parigi da una famiglia di emigrati russi, nel 1928. Passa i suoi primi anni in Italia, a Milano. A 10 anni, si trasferisce in Francia con la sua famiglia e da qui negli Stati Uniti, nel 1939, prima a New York e, due anni dopo, a Los Angeles.

Durante i suoi studi alla Hollywood High School, Erwitt lavora in un laboratorio di fotografia che sviluppa stampe ‘firmate’ per i fan delle star di Hollywood. La grande opportunità gli viene offerta dall’incontro, durante le sue incursioni newyorchesi a caccia di lavoro, con personalità come Edward Steichen, Robert Capa e Roy Stryker, che amano le sue fotografie diventandone mentori. Nel 1949 torna in Europa, viaggiando e immortalando realtà e volti in Italia e Francia. Questi anni segnano l’inizio della sua carriera di fotografo professionista. Chiamato dall’esercito americano nel 1951, continua a lavorare per varie pubblicazioni e, contemporaneamente, anche per l’esercito stesso, mentre soggiorna in New Jersey, Germania e Francia.

Nel 1953, congedato dall’esercito, Elliott Erwitt viene invitato da Robert Capa, socio fondatore, a unirsi a Magnum Photos in qualità di membro fino a diventarne presidente nel 1968 per tre mandati. Oggi Erwitt è riconosciuto come uno dei più grandi fotografi di tutti i tempi. I libri di Erwitt, i saggi giornalistici, le illustrazioni e le sue campagne pubblicitarie sono apparse su pubblicazioni di tutto il mondo per oltre quarant’anni. Pur continuando il suo lavoro di fotografo, Elliott Erwitt negli anni ’70 comincia a girare film. Tra i suoi documentari, si ricordano ‘Beauty Knows no pain’ (1971), ‘Red white and blue grass’ (1973), il premiato dall’American Film Institute ‘The glass maker of Herat’ (1997). Negli anni Ottanta Elliott Erwitt produce 17 commedie satiriche per la televisione per la Home Box Office.

Dagli anni ’90 fino ad oggi continua a svolgere un’intensa vita professionale che tocca gli aspetti più disparati della fotografia. Ad oggi, i libri di fotografia pubblicati da Erwitt sono più di 45, tra cui ‘The Private Experience’ (1974), ‘Son of Bitch’ (1974), ‘Museum Watching’ (1998), ‘Personal Best’ (2006), ‘Elliott Erwitt’s Kolor’ (2013). “Elliot Erwitt mancava da Roma da moltissimo tempo – ha spiegato la curatrice Biba Giacchetti- Lavoro con lui da più di 20 anni e insieme abbiano selezionato le foto in mostra a Roma. Nel luglio di quest’anno, poi, Erwitt compirà 92 anni. ‘Icons’ gli rende un omaggio augurale con le sue immagini più belle”.

Ed ha ancora aggiunto: “Si tratta di un concentrato della genialità di Elliott Erwitt, della sua lunga vita professionale e delle sue fotografie, non solo più celebri, ma che lui stesso predilige. Uno spaccato della storia e del costume, insomma, interpretati con l’ironia ineffabile di Erwitt e con la sua vena surreale, talvolta potentemente romantica. Le immagini raccontano la vita, le miserie e le passioni che la scandiscono, narrata come lui solo sa fare, con il suo tocco magico, la grande capacità compositiva, il suo omaggio all’assurdo e a ciò che può apparire ambiguo”. Nella rassegna, anche esposte anche una collezione di autoritratti che raccontano come Erwitt ami prendersi gioco anche di se stesso.