Coronavirus: Confesercenti, impatto negativo da mezzo mld euro su commercio a dettaglio 

Coronavirus, Confesercenti: impatto negativo da mezzo mld euro su commercio a dettaglio

Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti

Pubblicato il: 24/02/2020 16:30

Un impatto negativo sulle attività di commercio al dettaglio, piccole e non, pari a mezzo miliardo di euro. E’ la prima stima, ad Adnkronos/Labitalia, che Confesercenti fa sugli effetti del Coronavirus sulle attività commerciali.

Una stima, spiegano dall’associazione di categoria, che potrebbe variare “sulla base di quanto sarà la durata dell’emergenza e delle restrizioni sociali che queste comporterà”. E sulle stime, sottolineano da Confesercenti, “peseranno anche i mancati incassi dovuti alla diminuzione degli arrivi turistici nel nostro Paese, visto che il turismo rappresenta il 10% del nostro Pil”.

E secondo la presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise, “Le attività economiche sono preoccupate. Il fermo di un’attività per un’impresa può avere ripercussioni sulla tenuta dell’azienda stessa. Nell’incontro di domani con Patuanelli, chiederemo degli interventi da fare nell’immediato e cioè: la sospensione dei tributi e dei contributi, la moratoria dei mutui con il coinvolgimento diretto delle banche. E poi ancora la cassa integrazione per le attività con meno di 5 dipendenti visto che esiste un fondo e poi anche delle indennità per gli imprenditori”, spiega ad Adnkronos/Labitalia. Per De Luise, “la situazione non è facile ma in questo momento è fondamentale non farsi prendere dal panico e mantenere i nervi saldi”.

“Noi associazione a livello nazionale e anche sui territori coinvolti stiamo cercando di farlo. In momenti come questo, e io da genovese ne ho vissuti tanti come alluvioni, Ponte Morandi e G8, è necessario e fondamentale fare sistema tutti insieme senza cedere agli allarmismi che possono portale solo panico e peggiorare la situazione”, sottolinea ancora.

Secondo la presidente di Confesercenti, “i rischi economici non sono solo per le aziende che operano nelle zone al momento coinvolte, ma anche per le altre zone perché appunto il propagarsi del panico per gli effetti del coronavirus può comportare anche degli effetti sui comportamenti delle persone e sulla loro socialità”. Senza dimenticare un altro fattore negativo per le imprese e cioè che “tutto questo accade a fine mese, che è un momento delicato per un’azienda visto che ci sono tutti i pagamenti da fare come stipendi, affitti e altro”, conclude.