Coronavirus, “trattato da appestato: non sono fuggito da Codogno”  

Coronavirus, trattato da appestato: non sono fuggito da Codogno

(Fotogramma)

Pubblicato il: 28/02/2020 18:37

Da Codogno a un piccolo paese in provincia di Avellino, un viaggio in auto già programmato da tempo per festeggiare il Carnevale che si trasforma in incubo: all’arrivo le voci sul coronavirus diventano certezza con le prime conferme mediche e lui, un ragazzo di 27 anni, diventa per i concittadini “l’untore”. Eppure in questa storia forse si è gridato troppo presto ‘al lupo al lupo’. “Io non sono scappato, ma sono partito venerdì pomeriggio da Codogno come avevo in programma di fare. Qualcuno iniziava a dire che forse c’era un ricoverato per il virus, ma non c’era nessuna notizia ufficiale, nessun divieto e io non ho violato nessuna ordinanza del sindaco”, racconta il giovane all’Adnkronos.

“Quando sabato mattina mi sono svegliato, sui siti online ho letto del paziente 1 e i parenti che abitano nel Lodigiano mi hanno contattato. Ho provato a cercare senza successo il medico di base, poi mi sono rivolto alla guardia medica ma non erano preparati. Mi ha contattato il sindaco e mi ha invitato a stare a casa: da domenica sono in quarantena, insieme alla mia famiglia e a quella della mia fidanzata”. Ma si sa, la gente mormora, così il 27enne si è trovato ad essere per concittadini e trasmissioni tv “l’appestato” da tenere lontano.

“Un mio parente è stato allontanato dal posto di lavoro, i genitori della mia fidanzata – e non li ho neppure visti – sono in quarantena e hanno un’attività in proprio che devono tenere chiusa. Tanta ignoranza mi ferisce, mi ferisce l’accanimento di alcuni giornalisti che hanno puntato il dito contro chi non c’entra nulla. Martedì ho fatto il tampone e ieri, come tutte le persone che involontariamente ho coinvolto in questa storia assurda, ho ricevuto il risultato: siamo tutti negativi. Non ho mai avuto sintomi, sto bene e quest’anno non ho neanche mai avuto l’influenza”, dice il ragazzo ancora in quarantena. “Ogni giorno sento gli amici che vivono a Codogno e che sono costretti a muoversi solo all’interno della zona rossa. Mi viene da sorridere perché io sono costretto a muovermi solo dentro casa…a saperlo sarei rimasto con loro”.