Emergenza coronavirus. Medici pensionati in campo? Esperti divisi: “Meglio forze fresche” 

Emergenza coronavirus. Medici pensionati in campo? Esperti divisi: Meglio forze fresche

(Fotogramma)

Pubblicato il: 01/03/2020 18:17

di Lucia Scopelliti

Assumere medici e infermieri pensionati per dare respiro a un sistema sanitario provato dall’alto numero di casi di Covid-19. L’ipotesi a cui si lavora in Lombardia divide. C’è chi sottolinea come in situazioni critiche come quella provocata dal nuovo coronavirus, che ha messo sotto stress diverse strutture nella regione più colpita, ogni strada individuata dalle istituzioni vada sostenuta. E chi invece si chiede se non sarebbe stato meglio immettere forze fresche e puntare sui giovani.

FNOMCEO, ‘L’EMERGENZA HA LA PRIORITÀ‘ – “L’emergenza sanitaria ha priorità assoluta. In questo momento tutto ciò che le autorità ritengono di poter fare deve essere sempre sostenuto”. Il presidente della Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici), Filippo Anelli, commenta così l’idea di camici in pensione per immettere forze utili in questo difficile momento. “Quella di consentire il servizio fino a 70 anni è una possibilità prevista anche dal Decreto milleproroghe”, ricorda Anelli sottolineando però come sia necessario affrontare al meglio il “nodo della protezione dei camici bianchi” in prima linea contro l’infezione. Un tema “importante. Ogni medico che non è adeguatamente protetto è un problema come minimo per il fatto che dovrà andare in quarantena, nella speranza che non si ammali”. E su questo fronte “ci aspettavamo qualcosa in più”, è la riflessione di Anelli. “L’esiguità dei mezzi messi a disposizione per proteggere i medici mostra un po’ che il sistema non ha funzionato proprio con estrema efficienza. Certo non va dimenticato che questa emergenza è arrivata come uno tsunami”. I problemi, continua il numero uno di Fnomceo, “ci sono. Adesso è tempo di affrontare l’emergenza. Le forze devono essere unite per contrastare l’infezione da nuovo coronavirus. Avremo modo e tempo di fare più in là una riflessione su come il sistema abbia funzionato”.

C’è però un altro aspetto da considerare, invita Anelli: ci sono “circa 4 mila laureati che attendono di potersi abilitare, iscrivere all’Ordine e iniziare la professione. Con lo sblocco degli esami di Stato avremo ulteriore disponibilità di giovani camici bianchi. Abbiamo avuto modo di vedere come in tanti si siano messi a disposizione in questa emergenza, sia negli aeroporti” per i controlli sanitari sui passeggeri “sia per il call center ministeriale” sul nuovo coronavirus, “cercando di contribuire alla missione di contenere la diffusione dell’infezione”.

LA VIROLOGA DEL SACCO, ‘ASSUMERE I GIOVANI’ – “Piuttosto che richiamare i medici pensionati, assumiamo i giovani, nuove energie”, ha affermato Maria Rita Gismondo, direttrice del laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, ospite di ‘SkyTg24’. “Faccio notare che lavorare in una terapia intensiva non è facile e non è come lavorare in medicina generale – ha aggiunto – c’è bisogno di addestramento e non è possibile deviarne da altri reparti. Abbiamo bisogno di rianimatori e infermieri capaci di assistere questi pazienti. Non è un lavoro banale”.

IL VIROLOGO DELLA STATALE MILANO, ‘POTREBBE AIUTARE’ – In Lombardia “abbiamo un 10% di casi sul totale che sono operatori sanitari. E c’è uno stress notevole e agitazione fra i colleghi ospedalieri”, nella zona rossa ma non solo. “Anche dove lavoro. Sicuramente un aiuto in termini di attivazione di operatività complementari è necessario”. Il virologo dell’università degli Studi di Milano, Fabrizio Pregliasco, ritiene possa essere “utile” l’ipotesi al vaglio in Lombardia. “Spero si riesca ad avere un rinforzo di attività”. Del resto i medici pensionati “non devono essere messi in prima linea”, ragiona l’esperto in relazione al fatto che le persone in età avanzata sono più vulnerabili e a rischio con il nuovo coronavirus.

“E’ importante il contributo che potrebbero dare permettendo di redistribuire le attività. Nessuno dice che li si deve mandare al massacro. Ma potrebbero coprire necessità che si affacciano quando si è concentrati a fronteggiare un’emergenza. Sono presidente Anpas (Associazione nazionale pubbliche assistenze, ndr) e ritengo sia fondamentale anche il lavoro dei volontari in questa situazione, in funzioni come il controllo delle temperature negli aeroporti e ora nel facilitare il ‘fast track’ e la differenziazione dei pazienti che arrivano nei pronto soccorso. L’individuazione rapida dei casi sospetti è determinante in questi contesti. E’ importante garantire una continuità di azione”.

ANAAO ASSOMED, ‘ERANO MEGLIO FORZE FRESCHE’ – “In situazioni di emergenza tutto va bene, però era meglio assorbire forze fresche per il nostro Ssn già carente e stressato ancora di più dalla vicenda dell’epidemia da nuovo coronavirus”. E’ la visione di Carlo Palermo, segretario del sindacato Anaao Assomed.

Secondo Palermo si aggiunge anche il “fattore età agli elementi obiettivi per cui sembra più percorribile una via alternativa” a quella dei pensionati, “se guardiamo al virus e al rischio incrementale per i soggetti over 65. E’ un ulteriore elemento che rende questa ipotesi sconsigliabile come risposta per risolvere l’emergenza contingente. Non è neanche una risposta per risolvere la carenza strutturale di medici. L’idea è che sia una manovra transitoria. Questi sono colleghi che non rimarrebbero ovviamente. E penso che non sia neanche un lavoro molto attrattivo. I medici in genere escono dal Ssn per pensionamento ma anche per fine pena. E’ un lavoro gravoso, difficile e rischioso e spesso il pensionamento è atteso a braccia aperte. Dunque dubito che si troveranno tanti disponibili a rientrare, Ci saranno, ma in numero limitato”. Per il segretario di Anaao Assomed, l’epidemia da nuovo coronavirus “ha messo in luce come una situazione già emergenziale in condizioni normali possa diventare drammatica in situazioni di stress. Abbiamo visto colleghi al lavoro da giorni interi, chiamati a sopperire al problema dei camici che devono andare in quarantena o sono malati”.

Proprio ora, incalza Palermo, “sono invece da mettere in campo i provvedimenti che il Governo ha approntato: innanzitutto le risorse 2020 per il Fondo sanitario nazionale sono aumentate e c’è la possibilità di indirizzare verso le assunzioni quote crescenti rispetto all’anno precedente, stimabili in circa 300 milioni (15%) su circa 2 miliardi di incremento del Fsn. Completa il quadro il Decreto milleproroghe che permette anche di assumere a tempo determinato specializzandi a partire dal terzo anno. Abbiamo una platea di circa 13 mila specializzandi che entrerebbe in gioco esaurita la graduatoria ordinaria di specialisti (ricordiamo che negli ultimi 3 anni di specialisti ne sono stati formati circa 15 mila)”.