Coronavirus, “in Veneto 360 casi e 6 decessi” 

Coronavirus, in Veneto 360 casi e 6 decessi

(Foto Fotogramma)

Pubblicato il: 04/03/2020 12:54

Sono 360 i casi positivi di coronavirus, abbiamo ricoverate 99 persone delle quali 23 sono in terapia intensiva. Sono 6 i decessi con la persona che ha perso la vita stamattina e 2 che non sono riconducibili al coronavirus. Siamo preoccupati della salute di tutti i veneti”. Lo ha sottolineato il presidente del Veneto, Luca Zaia arrivando alla protezione civile di Marghera per la videoconferenza di questo pomeriggio col premier Conte sul Covid-19.

Questo è un virus che ha un alto contagio – ha tenuto a ribadire – e può toccare tutte le fasce della popolazione e può mettere in crisi tutto il sistema sanitario e noi dobbiamo avere le terapie intensive che devono essere sempre pronte ad accogliere il paziente. Ma se aumenta il numero dei pazienti è inevitabile che si vada in crisi ed è la preoccupazione che hanno tutte le regioni”.

Nel frattempo la Regione del Veneto ha disposto l‘incremento di 534 posti letto complessivi in tutte le aziende sanitarie del territorio e presso le aziende ospedaliere di Padova e Verona. I nuovi posti letto aggiuntivi sono suddivisi tra la Terapie Intensive ed i reparti di Pneumologia (Ospedali Hub) e Malattie Infettive. La patologia legata al Coronavirus – come spiegano gli esperti – in una percentuale di soggetti, seppur relativa, può presentare quadri di aggravamento con la necessità di cure maggiormente intensive. Il provvedimento è stato preso per assicurare al sistema sanitario la disponibilità di un più ampio numero di posti letto in questo ambito e gestire l’eventualità di picchi tra le persone ricoverate.

“Che sia chiaro a tutti i cittadini le misure adottate non sono un’invenzione della politica ma sono dettate dall’Istituto superiore della Sanità e dall’Oms e da tutti i più grandi esperti di virus ed epidemia”, ha sottolineato Zaia aggiungendo: “Finiamola con questa storia di dire sempre che è colpa di qualcuno, non è colpa di nessuno. E’ un problema sanitario e il mondo scientifico ci dice di fare così. Peraltro non sto difendendo un mio provvedimento ma quanto stabilito dal Governo. Lo dico per un fatto di lealtà e responsabilità”.