Coronavirus, Tardelli: “Nessuno ha interpellato i giocatori” 

Coronavirus, Tardelli: Nessuno ha interpellato i giocatori

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Pubblicato il: 06/03/2020 13:38

“Sull’emergenza coronavirus nessuno ha interpellato i giocatori. È una idea che non mi piace. Giocatori, allenatori, arbitri sono coloro che vanno in campo e non credo possano rispettare la misura del metro di lontananza. Di conseguenza credo che avrebbero dovuto essere ascoltati, ma come al solito è da tempo che i giocatori non vengono ascoltati. Da tanto tempo. Secondo me, hanno perso questa forza che avevano essendo un sindacato importante. Spero che con il tempo si possa ritrovare”. E’ l’opinione espressa all’Adnkronos da Marco Tardelli, ex centrocampista nazionale italiana campione del mondo 1982 e candidato alla presidenza dell’Aic, parlando dell’emergenza coronavirus e delle misure per contrastarla.

“Tommasi? Chiunque poteva dire qualcosa dell’Aic, avrebbero dovuto dire ‘ci siamo anche noi, vogliamo avere un nostro pensiero da esprimere’, purtroppo non c’è stato e questo mi ha dato molto fastidio”, rileva Tardelli. “Ho sentito e sto sentendo diversi giocatori. C’è paura e timore, anche se sono una categoria forse meno a rischio perché sono forti, sani, curati e controllati. Ma questo virus non risparmia nessuno e il contagio ci può arrivare da qualsiasi parte, un amico, un parente”.

Sul fatto che alcuni giocatori abbiano pensato di chiedere la sospensione del campionato al sindacato per l’emergenza, Tardelli risponde: “Purtroppo non è più un sindacato, è una associazione. Io da presidente dell’Aic cosa farei? Li ascolterei e parlerei con i giocatori. Loro poi devono prendere una decisione e capire quale sia la cosa più giusta da fare. Io non credo che i giocatori si tirino indietro ma certamente andrebbero ascoltati perché sono gli artefici del gioco del calcio”.

Sull’emergenza nel calcio italiano Tardelli precisa: “Credo che il calcio italiano debba seguire le regole emesse dal governo, dai medici e virologi, non si può fare altrimenti. La decisione di giocare a porte chiuse solo dopo il decreto del governo? La decisione credo fosse stata presa prima ma poi ci sono state delle lamentele da parte di qualcuno ed è stata cambiata, ma non so cosa sia successo”.

Le polemiche sono state particolarmente accese per quanto riguarda Juventus-Inter: “Era meglio risparmiarsi tutto in questo momento. C’era bisogno di pensare solo alla salute dei cittadini e dei tifosi e ai protagonisti del mondo del calcio. È stata fatta questa discussione così vivace, ora è finita e ripartiamo tranquillamente. Spero che la prossima volta ci pensi il sindacato, ci pensino i calciatori a dire la loro”.

Tardelli si sofferma anche sulla sua candidatura alla presidenza dell’Aic, attualmente guidata da Tommasi: “Sfida con Calcagno? Può darsi, Tommasi mi diceva che io non potevo fare il presidente, il perché non lo so ma io sono andato avanti. Lo ha detto non solo a me ma nel Consiglio direttivo”.

“Se ho stilato un programma? Lo stiamo facendo e lo sveleremo quando ci sarà la candidatura ufficiale -risponde-. La data delle elezioni dell’Aic è stata fissata per il 27 aprile ma vediamo con quanto sta accadendo per il coronavirus se bisognerà spostarla, dovranno deciderlo loro”.