Coronavirus, morto Vittorio Gregotti 

Coronavirus, morto Vittorio Gregotti

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Pubblicato il: 15/03/2020 11:27

È morto il grande architetto Vittorio Gregotti. Aveva 92 anni. E’ scomparso questa mattina a Milano, come riferisce l’edizione online del “Corriere della Sera”. Era ricoverato nella clinica San Giuseppe di Milano in seguito alle conseguenze di una polmonite da coronavirus. Anche la moglie Marina è ricoverata nello stesso ospedale.

Era nato a Cameri, in provincia di Novara, il 10 agosto 1927 e si era laureato in architettura nel 1952 al Politecnico di Milano. E’ stato uno dei padri della moderna architettura italiana. Gregotti ha iniziato la sua carriera collaborando con la storica rivista “Casabella”, di cui diventerà direttore a partire dal 1982. Nel 1974 ha fondato lo studio professionale Gregotti Associati International, che ha progettato opere in oltre venti paesi in Europa, America, Africa, Medio Oriente e Asia. Ha insegnato in università italiane, europee e statunitensi. Tra le sue opere più recenti: “Una lezione di architettura” (2009), “Tre forme di architettura mancata” (2010), “Architettura e postmetropoli” (2011) e “Il sublime al tempo del contemporaneo” (2013).

IL QUARTIERE ZEN A PALERMO, SUO PROGETTO PIÙ CONTROVERSO – La notorietà di Vittorio Gregotti era legata anche a uno dei suoi primi progetti, al tempo stesso tra i più famosi ma anche controversi: il quartiere Zen di Palermo, di cui anni dopo l’architetto Massimiliano Fuksas proporrà la demolizione. Gregotti ha sempre dato la responsabilità del fallimento del progetto dello Zen al fatto che non fosse mai stato ultimato a causa delle infiltrazioni mafiose.

Lo Zen (Zona Espansione Nord) è il quartiere di edilizia popolare situato nella VII circoscrizione di Palermo. L’intero complesso nasce in seguito a un concorso di progettazione bandito dallo Iacp per le aree d’espansione e fu vinto nel 1969 da Gregotti.

Il progetto si rifaceva alla concezione di città di fondazione murata e venne organizzato in blocchi di insulae all’interno di un sistema di griglia ortogonale orientata longitudinalmente secondo l’asse nord-sud. Con la tipologia della megastruttura e l’unità dell’insula, Gregotti ambiva a portare ‘in blocco’ modelli abitativi ed erogazione dei servizi urbani all’interno del paesaggio della campagna palermitana.

Le dinamiche politico-amministrative intercorse tra il 1975 e il 1980 hanno distorto la morfologia complessiva del quartiere. Dagli anni ’90 il quartiere è denominato San Filippo Neri ed è suddiviso in due aree definite, Zen 1 e Zen 2.

Lo Zen 2 è rimasto privo di servizi e di opere di infrastrutturazione primaria e secondaria; inoltre si è susseguito un fenomeno di occupazione non legittima degli alloggi in presenza di una forza emergenza abitativa, tutti fenomeni che hanno generato una pesante situazione sociale e di degrado del quartiere.

L’ulteriore mancanza di collegamenti e la segregazione dovuta ad un anello di circonvallazione veloce realizzato in occasione dei Mondiali ’90 e delle Universiadi, ha chiuso l’insula come un baglio-fortezza.

“Era un buon progetto che non è stato realizzato come avrebbe dovuto”, dichiarò Vittorio Gregotti durante un’intervista concessa in occasione dei suoi 90 anni. “E’ la mia battaglia persa contro la società locale così com’era”, disse amaramente il grande architetto.