Confindustria a Conte: “Stretta va conciliata con esigenze produttive” 

Confindustria a Conte: Stretta va conciliata con esigenze produttive

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Pubblicato il: 22/03/2020 18:39

“Contemperare la ‘stretta’ decisa ieri con alcune esigenze prioritarie del mondo produttivo”. E’ il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, a sottoporre in una lettera inviata oggi al premier Giuseppe Conte dopo le decisione di ieri sera le esigenze del mondo imprenditoriale di cui il governo dovrebbe tenere conto. A cominciare da una disposizione che sia “di carattere generale, che consenta la prosecuzione di attività non espressamente incluse nella lista e che siano, però, funzionali alla continuità di quelle ritenute essenziali”, scrive ancora.

“Sarà determinante, inoltre, sciogliere immediatamente il nodo del credito e più in generale della liquidità” per evitare che “questa situazione produca conseguenze irreversibili per le imprese e che gli imprenditori perdano la speranza nella futura prosecuzione delle attività. Già oggi percepiamo la gravità dell’impatto sulla liquidità che le imprese tutte – piccole, medie e grandi – stanno già subendo per le misure annunciate. Occorre poi preservare l’operatività delle imprese che fanno parte delle filiere internazionali. Così come sarà importante valutare i necessari provvedimenti relativi all’operatività della Borsa e del mercato finanziario per evitare impatti negativi sulle nostre società quotate”, prosegue.

CONFINDUSTRIA TOSCANA – Il sistema confindustriale toscano, “consapevole della gravità della situazione e con grande senso di responsabilità verso il Paese e verso la sicurezza dei propri collaboratori”, chiede “chiarezza sulle disposizioni annunciate ieri sera dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, vista anche la preoccupante insufficienza delle informazioni a distanza di molte ore dall’annuncio del decreto”. E’ quanto si legge in una nota di Confindustria Toscana, Confindustria Firenze, Confindustria Livorno Massa Carrara, Confindustria Toscana Nord, Confindustria Toscana Sud e Unione Industriale Pisana.

Le imprese toscane sottolineano, inoltre, “alcune esigenze prioritarie del sistema produttivo per evitare il rischio che la situazione generi conseguenze irreversibili per la futura prosecuzione dell’attività. Le imprese toscane chiedono, anzitutto, tempi tecnici adeguati per chiudere o terminare le lavorazioni in corso, rinviando l’entrata in vigore del decreto di almeno 72 ore”.

Chiedono, inoltre, “assoluta chiarezza sulle aziende che, pure se non espressamente inserite nella lista dei codici Ateco anticipata dai giornali, possano proseguire la loro attività perché funzionale alla continuità e al buon funzionamento di quelle ritenute essenziali. In ogni caso, che le aziende che devono rimanere aperte non siano individuate solo in base ai codici Ateco, ma sulla base anche delle esigenze delle rispettive filiere, anche internazionali, partendo da quelli che sono definiti i “servizi essenziali”. Considerano, a questo proposito, fondamentale il ruolo delle Prefetture per una applicazione del provvedimento che non sia pregiudizievole agli stessi settori considerati essenziali”.

Le imprese della Toscana “sollecitano la necessità di fare salve tutte quelle attività manutentive, legate a cicli produttivi e non, finalizzate a mantenere efficienti e in buono stato i macchinari e gli impianti per non pregiudicare la capacità delle imprese di essere produttive alla ripresa delle attività, nonché alle attività di vigilanza”.

Infine le aziende toscane di Confindustria “sottolineano l’importanza del credito e della liquidità, per evitare che la situazione abbia un impatto irreversibile sulle imprese, raccomandando al contempo estrema chiarezza e garantendo immediata operatività al ricorso alla cassa integrazione, sia attraverso efficaci modalità di richiesta (ordinaria, straordinaria e in deroga), sia in relazione alle risorse disponibili”.