Coronavirus, Cina torna alla vita dopo incubo lockdown 

Coronavirus, Cina torna alla vita dopo incubo lockdown

Foto Fotogramma

Pubblicato il: 25/03/2020 12:13

La Cina torna alla vita dopo l’emergenza Coronavirus e l’incubo lockdown. L’epidemia che si è poi diffusa in tutto il mondo ha fatto oltre 3.200 morti e 81mila contagi nel Paese, ma ora il peggio è alle spalle e con le dovute precauzioni il gigante asiatico sta provando a tornare alla normalità.

Nella provincia di Hubei, epicentro originario della pandemia, non è stato riportato nessun nuovo contagio ‘locale’ e solo 47 ‘importati’ dall’estero, secondo i dati resi noto oggi dalla Commissione nazionale della Sanità. Da oggi nella provincia di Hubei vengono ritirate le misure di lockdown, che invece resteranno in vigore a Wuhan fino al prossimo 8 aprile. Intanto nella capitale di Hubei tornano a circolare i bus sulle strade. Sui mezzi, oltre all’autista, c’è un ‘controllore della sicurezza’ che verifica che i passeggeri abbiano il via libera sanitario (digitale o cartaceo) che ne attesta il buono stato di salute. Autisti e controllori sono obbligati a indossare guanti e mascherine e a sottoporsi a controlli quotidiani della temperatura. Nelle vetture finestrini aperti per il ricambio d’aria e, sottolineano i media ufficiali, operazioni di sanificazione al termine di ogni corsa. I passeggeri devono indossare le mascherine e sedersi a debita distanza l’uno dall’altro. Da sabato dovrebbero tornare a circolare anche sei linea della metropolitana di Wuhan.

A Shenyang, la più popolosa città della Cina nord-orientale, l’antico palazzo imperiale Shenyang Gugong ha riaperto le porte ai visitatori. Le autorità locali hanno annunciato lo scorso 21 marzo che tutti i locali pubblici, compresi cinema, teatri, bar e saloni di bellezza, riapriranno in modo ordinato. Tornano pian piano a riempirsi anche le palestre e molte persone sono tornate a fare jogging nei parchi. La Cina in ogni caso non abbassa la guardia e misure come la disinfezione regolare, il monitoraggio della temperatura corporea e il numero massimo di visitatori continuano a essere rigorosamente osservate nei luoghi pubblici per ridurre i rischi di infezione.