Coronavirus, Oms: “Già 16 mila vite perse, altre dipendono da noi” 

Coronavirus, Oms: Già 16 mila vite perse, altre dipendono da noi

Afp

Pubblicato il: 25/03/2020 19:37

“Abbiamo già perso più di 16.000 vite. Sappiamo che ne perderemo di più. Quante dipenderà dalle decisioni che prendiamo e dalle azioni che intraprendiamo“. Lo ha detto ai giornalisti a Ginevra il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus. “In passato – ha ricordato il Dg Oms – abbiamo superato molte pandemie e crisi. Supereremo anche questa. La domanda è quanto sarà alto il prezzo che pagheremo”. “Ringraziamo il Governo giapponese e il Cio per la saggia decisione di aver rimandato i Giochi Olimpici di Tokyo”, ha aggiunto.

“Chiedere alle persone di rimanere a casa e arrestare i movimenti della popolazione significa guadagnare tempo e ridurre la pressione sui sistemi sanitari. Ma da sole, queste misure non estinguono le epidemie”, ha continuato Ghebreyesus, che aggiunge: “Per rallentare la diffusione di Covid-19, molti paesi hanno introdotto misure senza precedenti, con costi sociali ed economici significativi: la chiusura di scuole e imprese, la cancellazione di eventi sportivi e la richiesta di rimanere a casa e al sicuro. Comprendiamo che questi paesi stanno ora cercando di valutare quando e come potranno alleggerire queste misure. La risposta dipende da cosa fanno i paesi mentre sono in atto queste misure a livello di popolazione“.

E ancora: “Chiediamo a tutti i Paesi che hanno introdotto le così dette misure di ‘lockdown’ di usare questo tempo per attaccare il coronavirus. Avete creato una seconda finestra di opportunità. Come usarla? Espandi, addestra e distribuisci la tua forza lavoro sanitaria e pubblica, implementa un sistema per trovare tutti i casi sospetti a livello di comunità, aumenta la produzione, la capacità e la disponibilità dei test”.

“Distanza fisica non significa distanza sociale – ha aggiunto -. Dobbiamo controllare regolarmente genitori, vicini, amici o parenti più anziani che vivono da soli o in case di cura in qualunque modo possibile, per fargli sapere che sono amati”.

L’Italia per Ghebreyesus è stata “veramente incredibile e la cooperazione della popolazione è fantastica, faremo di tutto per supportare e ci sono buoni segnali dallo scenario che gli esperti italiani hanno tracciato. Speriamo che questi segnali positivi continuino, ma sono molto felice che l’Italia stia facendo tutto quello che può”.

“Siamo in costante contatto con i nostri esperti in Italia e con le autorità del Paese – ha aggiunto Mike Ryan, a capo del Programma di emergenze sanitarie dell’Oms – l’Italia sta affrontando il problema con forza. Ci sono alcune zone in cui c’è una trasmissione molto intensa del virus, ma ci sono altre aree dove i contagi non sono altrettanti intensi e qui si sta tentando di non replicare la situazione del Nord Italia. Ammiriamo molto i colleghi in Italia, il loro lavoro è eroico e faremo di tutto per supportarli nel loro sforzo”.