Vaticano: cattolici aumentano nel mondo, quasi 1 su 5 

Vaticano: cattolici aumentano nel mondo, quasi 1 su 5

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Pubblicato il: 25/03/2020 13:45

(di Enzo Bonaiuto) – Aumentano i cattolici nel mondo, negli ultimi cinque anni del 6% portando la percentuale sul totale della popolazione mondiale al 18% ovvero quasi un abitante della Terra su cinque. Ma l’aumento non è uniforme sul pianeta, facendo registrare complessivamente una contrazione del peso relativo nel mondo ‘occidentale’ e un aumento di incidenza di tutte le altre aree geografiche. Queste e altre cifre sono contenute nell’Annuario Pontificio 2020 e nell’Annuarium Statisticum Eccleasiae 2018 redatto dall’Ufficio centrale di statistica della Chiesa e pubblicato ora dal Vaticano.

I cattolici battezzati nel mondo passano complessivamente da quasi 1 miliardo e 254 milioni a 1 miliardo e 329 milioni, con un incremento assoluto di 75 milioni di unità e in percentuale del 6%. Alla fine del 2018, i cattolici costituiscono poco meno del 18% della popolazione mondiale, praticamente quasi uno ogni cinque o se si preferisce oltre uno su sei. Tale aliquota rimane pressoché invariata negli anni.

La proporzione più alta è in America con 63,7 cattolici per 100 abitanti, cui fanno seguito l’Europa con 39,7 cattolici, l’Oceania con 26,3 l’Africa con 19,4 e l’Asia con 3,3 cattolici ogni 100 abitanti, “a motivo della grande diffusione che, in questo continente, hanno le confessioni non cristiane”, si osserva in Vaticano.

La distribuzione di cattolici fra i vari continenti differisce notevolmente da quella della popolazione: l’America mantiene una incidenza costante sul totale mondiale della popolazione pari al 13,5% mentre il peso dei cattolici diminuisce nel quinquennio di un punto percentuale, raggiungendo il 48% della popolazione cattolica del mondo. L’importanza dei cattolici dell’Asia cresce lievemente dal 10,9% all’11,1% ma è notevolmente inferiore a quella che il continente ha per quanto riguarda la popolazione, pari a circa il 60% del pianeta.

L’Europa ha un peso per la popolazione inferiore di circa quattro punti percentuali a quello dell’America, ovvero il 9,6% ma la sua incidenza nel mondo cattolico assume livelli inferiori a quella dei Paesi americani con il 21,5% contro il 48,3%. Tanto per i paesi africani quanto per quelli dell’Oceania il peso della popolazione sul totale è poco dissimile da quello dei cattolici.

L’Annuario Statistico del Vaticano rileva che il numero dei vescovi nel mondo è aumentato negli ultimi cinque anni di oltre il 3,9%, passando da 5.173 a 5.377, con un incremento assai marcato in Oceania (+4,6%), in America e in Asia (con +4,5% per entrambi) e in Europa (+4,1%), mentre in Africa (+1,4%) i valori si collocano sotto la media mondiale. Invece, “la dinamica della consistenza sacerdotale appare globalmente piuttosto deludente, mostrando una contrazione di 0,3%: il numero dei sacerdoti, infatti, aumenta complessivamente di 1.400 unità nel primo biennio, per poi stabilizzarsi successivamente e mostrarsi in calo nel corso degli ultimi tre anni”.

In controtendenza rispetto alla media mondiale, l’evoluzione delle consistenze sacerdotali in Africa e in Asia risulta alquanto confortante, con un +14,3% e +11,0%, rispettivamente, mentre in America si mantiene stazionaria attorno ad una media di circa 123 mila unità. Europa ed Oceania, infine, responsabili della contrazione osservata a livello planetario, mostrano al 2018 una diminuzione di oltre il 7% e di poco più dell’1%, rispettivamente.

La distribuzione dei sacerdoti tra i continenti è caratterizzata nel 2018 da una forte prevalenza dei sacerdoti europei (41,3%) che superano del 40% quelli del clero americano; il clero asiatico incide per il 16,5%, quello africano per l’11,5% e quello dell’Oceania per l’1,1%. Nel quinquennio cresce l’incidenza sia del clero asiatico (da 14,8 a 16,5 per cento) e sia quella del clero africano (da 10,1 a 11,5 per cento), mentre per il clero europeo il peso scende vistosamente dal 44,3% al 41,3%. Identica è la situazione per il clero americano (29,6%) nei due anni considerati.

Una realtà ecclesiastica che è “in rapida evoluzione”, come sottolineano le cifre contenute nel nuovo Annuario Statistico del Vaticano, è quella dei diaconi permanenti, il cui numero è in forte evoluzione sia a livello mondiale sia nei singoli continenti, passando complessivamente da 43.195 unità a 47.504 unità in cinque anni, con una variazione positiva di circa il 10%. Ma “la crisi dei religiosi professi non sacerdoti non accenna a diminuire ed è preoccupante che nel mondo seguitino a ridursi”, lamenta la Chiesa cattolica. Il gruppo, infatti, si contrae di quasi l’8% tra il 2013 e il 2018, essendo il numero passato da oltre 55.000 a meno di 51.000 unità. Il trend decrescente è comune ai vari continenti con l’eccezione di Africa e Asia dove si osservano incrementi rispettivamente del 6,8 e del 3,6 per cento.

In diminuzione anche le suore: per il gruppo delle religiose professe si osserva una dinamica fortemente decrescente con una contrazione del 7,5% nel periodo considerato. Il numero complessivo delle religiose professe si riduce da quasi 694.000 unità nel 2013 a meno di 642.000 unità nel 2018. Il declino riguarda tre continenti (Europa, Oceania e America) con variazioni negative anche di rilievo (-15% in Europa, -14,8% in Oceania e -12% in America). In Africa e in Asia, invece, l’incremento è decisamente sostenuto, superiore al 9% per Africa e a +2,6% per Asia. Conseguentemente, la frazione delle religiose professe in Africa e in Asia passa dal 34,6% sul totale mondiale al 39% a discapito dell’Europa e dell’America, la cui incidenza si riduce complessivamente dal 64,3 al 59,9 per cento.

Infine, per quanto riguarda i seminaristi, “il numero sembra consolidarsi su un trend di lenta e graduale contrazione. I candidati al sacerdozio nel mondo passano da 118.251 unità nel 2013 a 115.880 nel 2018, con una variazione di -2,0%. Il calo, con l’eccezione dell’Africa, interessa tutti i continenti con riduzioni di grande portata per Europa (-15,6%) e America (-9,4%). L’Africa, con una variazione positiva del 15 6% si conferma l’area geografica con “le maggiori potenzialità di copertura del fabbisogno dei servizi pastorali”.