Coronavirus, Bassetti: “Morti senza pietà come al fronte” 

Coronavirus, Bassetti: Morti senza pietà come al fronte

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Pubblicato il: 27/03/2020 15:11

Di Elena Davolio

I morti da coronavirus come “i morti sul fronte, senza pietà”. Il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, in una intervista all’Adnkronos, riflette sulla drammatica situazione che vive il Paese nell’emergenza coronavirus e lancia anche un appello all’unità al mondo della politica: “Non è tempo di scontri dialettici né di campagne elettorali, siamo in guerra e la battaglia si vince insieme o si perde tutti”.

Stamani il presidente dei Vescovi italiani, che è anche arcivescovo di Perugia, è andato a pregare in un cimitero della città per ricordare, come tanti colleghi Vescovi dal nord al sud del Paese, i tanti morti per coronavirus nella solitudine e senza un conforto. Il porporato pensa a quanti sono in prima linea in questi giorni: “I sacerdoti mi ricordano i cappellani in guerra. Al cimitero ho riflettuto sul fatto che in questa terribile guerra, medici, infermieri, operatori sanitari, penso anche a chi guida le ambulanze, ai sacerdoti, sono sulla prima linea del fronte. Medici e sacerdoti sanno perfettamente il rischio che corrono e che possono pagare con la vita ma lo fanno ugualmente. Questa è una testimonianza bella e importante”.

Il presidente della Cei riflette con l’Adnkronos sulle vittime da Covid-19: “Qui in Umbria ci sono stati venti morti ma quei pochi o quei tanti sono dei morti in guerra e possono diventare dei militi ignoti. Allora proprio perché non diventino tali, insieme ai Vescovi del Paese abbiamo pensato ad un momento di preghiera oggi per ricordare i medici morti, gli anziani, i morti intubati, i giovani deceduto senza una carezza , senza due occhi che ti guardano con amore come tutti ci augureremmo di avere nella morte. E’ stato tolto loro tutto come ai morti al fronte e allora un segno di pietà dalla Chiesa italiana. Il cimitero per noi in Toscana e in Umbria è il camposanto: luogo sacro come la chiesa”.

Il presidente della Cei rivolge quindi un appello alle istituzioni: “C’è bisogno che i nostri politici diano esempio di unità. Questo non è il momento della dialettica o di campagne elettorali. Questa battaglia la vinciamo insieme o siamo tutti a perdere. Tutti uniti, o insieme vinciamo o insieme periamo”.

Il cardinale Bassetti scuote gli italiani chiusi in casa dal coronavirus: “Per i credenti questa deve essere una reclusione attiva non passiva come quella del carcere. E il momento per riallacciare tanti rapporti che si erano sfilacciati, tra coniugi, figli. E il momento del dialogo, della collaborazione, della condivisione fra generazioni. Ho parlato con psicologi che mi dicono che sono soprattutto i più anziani a deprimersi. Escono quasi più anziani che giovani perché i ragazzi con i social hanno costruito un loro mondo virtuale. Poi con Skype gli studenti seguono lezioni coi loro insegnanti. Noi cerchiamo di dare sussidi, supporti con raccomandazioni. Ma sono gli anziani i più fragili. Richiedono attenzione, sostegno”.

Il pensiero del presidente della Cei va anche al Papa. In Vaticano si stanno registrando diversi casi di coronavirus. C’è preoccupazione per la salute del Pontefice. “Il Papa – dice Bassetti – dimostra di non avere paura per la sua persona. Pensiamo poi al coraggio con cui stasera pregherà davanti al Crocifisso miracoloso che i romani portarono in processione nel 500. Fu anche il crocifisso della Gmg del duemila con Wojtyla per chiedere la grazia per il nuovo millennio”.

” Sarà un momento di grande conforto – osserva il presidente della Cei parlando della preghiera di stasera a San Pietro – e al tempo stesso sarà impressionante vedere il Papa, solo, davanti all’immensa spianata di piazza San Pietro deserta. Mi fa venire in mente un’immagine: c’è tutto un popolo che sta combattendo e Mosè con le braccia allargate al suo popolo. Il Papa svolge la sua missione sempre, ma in questo momento sta diventando un Mosè per tutta l’umanità con la sua fede e l’amore profondo per ogni uomo”.