Coronavirus, Guerra (Oms): “Problema maggiore è tracciatura contatti” 

Coronavirus, Guerra (Oms): Problema maggiore è tracciatura contatti

(Foto Afp)

Pubblicato il: 31/03/2020 09:02

“Il problema maggiore che abbiamo è proprio la tracciatura dei contatti perché è su quelli che si vince o si perde e si riesce a contenere la diffusione dell’epidemia. E’ ovvio che un contatto va tamponato nel momento in cui viene identificato come tale, certamente non nel momento in cui emergono dei sintomi. Si tratta di avere una strategia orientata in questo senso”. Così Ranieri Guerra, vicedirettore generale Iniziative strategiche Oms, in collegamento con Agorà su Rai3.

“Riferendosi alla Cina o al caso della Lombardia, con un’epidemia di queste dimensioni, si fa anche una classificazione di sospetto clinico, quindi in presenza di sintomi si cerca di intervenire con isolamento preventivo senza aspettare il tampone”, aggiunge.

Per la fine dell’emergenza “la modellistica ci dice quello che avverrà poi ci sono le variabili umane. In questo momento la popolazione è estremamente disciplinata e la curva di propagazione del virus è rallentata già da una settimana”, spiega ancora Guerra. Ma c’è una data? “C’è un periodo, dipende da dove. La Lombardia avrà probabilmente un’estinzione precoce rispetto alle Regioni esposte successivamente. Per avere l’Italia intera Covid-free bisognerà aspettare l’ultima Regione che è partita con il contagio”, sottolinea. Per quanto riguarda una fuoriuscita dall’emergenza “cominciano a esserci raccomandazioni su come procedere”, dice Guerra spiegando che “un’analisi sierologica di quanto il virus ha circolato è fondamentale per ricondurre l’epidemia alla sua giusta dimensione”. E aggiunge: “Il problema è decidere sulle riaperture progressive in modo da garantire protezione alle persone fragili“.

I test sierologici oggi disponibili “non sono affidabili per quanto riguarda una diagnosi di Covid-19 o procedure protocollate di reinserimento al lavoro o di esenzione dall’isolamento”, ha quindi detto Guerra in conferenza stampa all’Istituto superiore di sanità. “Capire quale è stata la circolazione del virus è importante. Al di là di tutto – ha precisato – abbiamo una popolazione, che l’Imperial College ha stimato in qualche milione di persone, che non ha bisogno di essere quarantenata con lo stesso rigore” degli altri. Ma “non abbiamo ancora test sierologici certi: l’affidabilità nell’identificare i negativi è molto elevata, mentre sui positivi è del 60-70% nei casi migliori”.

Insomma, “non sono test affidabili per quanto riguarda una diagnosi o procedure protocollate di inserimento al lavoro o di esenzione dall’isolamento, ma ci possono dire se effettivamente la circolazione del virus è stata così elevata come alcuni modelli suggeriscono”. E ancora: “Ci sono almeno 250 test che sono stati portati alla prequalifica dell’Organizzazione mondiale della sanità, una verifica – ha spiegato Guerra – che il produttore affida all’Organizzazione per entrare, nell’emergenza, nella disponibilità degli stati membri. Il malinteso con questi test è che possano portare a diagnosi, e identificare chi può essere infettivo. Non è così. Noi sappiamo quello che è avvenuto dalle due alle tre settimane precedenti”.