Belgio chiuso per Covid-19, deserto il ‘salotto’ di Bruxelles 

Anche il Belgio, dove all’inizio di marzo, mentre il Nord Italia lottava con il coronavirus arrivato dalla Cina via Baviera, le autorità minimizzavano e trattavano l’epidemia provocata dal Sars-Cov-2 come un problema limitato, quasi fosse solo italiano, ha chiuso i battenti il 12 marzo, il giorno dopo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato la pandemia.

Ad oggi, il Paese registra 828 morti, su quasi 5mila pazienti ospedalizzati (il numero dei contagi è meno significativo, dato che viene testato ormai solo chi arriva in ospedale e quindi ha bisogno di cure importanti: a ieri erano circa 12.800). Ieri la Covid-19, la malattia provocata dal virus, ha ucciso una ragazzina di 12 anni, un evento raro che ha provocato molta commozione nel Paese.

Le misure di chiusura decise dalle autorità prevedono la chiusura dei negozi che non vendono beni essenziali e raccomandano ai cittadini di stare in casa. A differenza dell’Italia, è consentita l’attività sportiva individuale all’aperto (corsa e bicicletta, purché da soli e rispettando le distanze di sicurezza). I belgi rispettano, in generale, le indicazioni delle autorità: nelle immagini, place du Grand Sablon (Grote Zavel in fiammingo) stamani intorno alle 10.

La piazza, nei pressi del Palazzo Ducale, a meno di un chilometro dalla Grand Place, è considerata il salotto di Bruxelles, con case costruite tra il XVI e il XVIII secolo, miracolosamente sopravvissute alla speculazione edilizia che ha sventrato interi quartieri della capitale nel Dopoguerra. E’ molto frequentata dai turisti: le sue pasticcerie, cioccolaterie, brasseries e gallerie d’arte sono tutte chiuse. Stamani la piazza era deserta, per il 19esimo giorno di fila, e probabilmente lo resterà ancora a lungo.