Coronavirus, “pazienti più contagiosi in primi 7 giorni sintomi” 

Coronavirus, pazienti più contagiosi in primi 7 giorni sintomi

Foto AFP

Pubblicato il: 01/04/2020 16:28

Tosse e starnuti: lo spargimento del coronavirus è massimo nei primi 7 giorni di sintomi. Lo rivela l’analisi virologica dettagliata di nove pazienti adulti di Monaco, in Germania, con sintomi relativamente lievi di Covid-19, pubblicata su ‘Nature’. Lo studio mostra che esiste una replicazione attiva di Sars-CoV-2 nel tratto respiratorio superiore dei pazienti e suggerisce che questi ultimi possono “liberarsi” – o espellere il virus – ad alti livelli proprio durante la prima settimana di sintomi.

Christian Drosten e i suoi colleghi della Charité Universitätsmedizin di Berlino hanno studiato lo spargimento virale in nove giovani e adulti di mezza età con diagnosi di Covid-19, trattati per lievi sintomi del tratto respiratorio superiore in un singolo ospedale di Monaco. Hanno analizzato campioni di gola e polmoni, espettorato (muco del tratto respiratorio), feci, sangue e urina dei pazienti durante il loro decorso clinico. Gli autori hanno riscontrato “alti livelli di replicazione virale nei tessuti del tratto respiratorio superiore ed elevati livelli di diffusione virale nel tratto respiratorio superiore durante la prima settimana di sintomi”.

Gli scienziati sono stati in grado di isolare una forma infettiva del virus dai campioni prelevati dalla gola e dai polmoni dei pazienti fino all’ottavo giorno di sintomi, anche mentre questi si riducevano. Due dei pazienti, che hanno mostrato alcuni primi segni di polmonite, hanno continuato a rilasciare alti livelli di virus nell’espettorato fino al giorno 10 o 11 dai primi sintomi. L’Rna virale è rimasto rilevabile nell’espettorato anche dopo la fine dei sintomi.

Il virus non è stato rilevato invece nei campioni di sangue o di urina e gli autori non hanno trovato segni di replicazione del virus nei campioni di feci, nonostante le alte concentrazioni di Rna virale, a sostegno della teoria secondo cui il microrganismo in realtà potrebbe non essere trasmissibile attraverso le feci. Tuttavia sono necessari ulteriori studi in campioni più grandi per approfondire questa possibile via di trasmissione, avvertono. “Nel loro insieme, questi risultati iniziali indicano che lo spargimento di Sars-CoV-2 nel tratto respiratorio superiore si verifica in modo più efficiente all’inizio, quando i pazienti hanno ancora sintomi lievi. Ulteriori ricerche potrebbero aiutare a capire se un aumento della carica virale di un paziente dopo la prima settimana di sintomi possa segnalare un aggravamento dei sintomi”, suggeriscono gli autori.