Coronavirus: sindaco Rieti, ‘da noi il più alto tasso d’invecchiamento, questo è il problema’  

Il sindaco Rieti, 'da noi il più alto tasso d'invecchiamento, questo è il problema'

Il sindaco Antonio Cicchetti

Pubblicato il: 07/04/2020 17:31

di Silvia Mancinelli

“C’è un elemento che credo tagli la testa al toro, Rieti è la città a più alto tasso di invecchiamento della Regione e si contende ogni anno la palma con Enna per invecchiamento nazionale. Già questo è un dato. Nelle case di riposo di Rieti dove si è verificato questo problema ci sono anche persone di 102 anni: il terreno è fertile per queste cose, non ci sono altre spiegazioni. I casi positivi sono concentrati nelle Rsa di Rieti, Contigliano, prevalentemente è questo che fa salire la media”. Così, all’Adnkronos, Antonio Cicchetti commenta il dato in crescita nel reatino rispetto al calo che si registra nella Capitale.

“Le nostre case di riposo sono piene di gente anziana e anzianissima, questo è il problema e nessuno ne parla, parlare di Rieti e non dire che è la città col più alto tasso di invecchiamento del Lazio mi pare un’incongruenza – ribadisce Cicchetti – Stiamo facendo di tutto insieme alla Asl per far fronte alla situazione – dice – certo è c’è indisciplina nonostante i controlli, sulle uscite favorite anche da questo tempo che finalmente si sta stabilizzando sul primaverile. Il problema è anche che a questo l’Italia non era preparata, in più c’è anche qualcuno che sull’evento si è dondolato. Il 31 gennaio, lo stesso giorno in cui il Consiglio dei ministri dichiarava emergenza nazionale fino al 31 luglio, Zingaretti irrideva alla storia dicendo che era un’influenza come tante altre. Ora, non penso che non sapesse cosa si fosse discusso in Consiglio dei ministri, questa cosa è stata presa sotto gamba. Se poi le iniziative che si sono rivelate positive fossero state assunte qualche settimana prima, forse la situazione sarebbe stata diversa”.

“Ad oggi stiamo messi abbastanza decentemente – spiega il sindaco – ci sono ritardi nella presentazione dei risultati, i laboratori stanno in sofferenza come tutto: l’Italia non era pronta a una crisi di questo genere, avrebbe potuto affrontarla meglio ma comunque è stato un fulmine a ciel sereno. Io sono uno di quelli che ha avuto la broncopolmonite a dicembre e spero di essermi immunizzato. Ho cominciato a non sentirmi bene il giorno dopo il vaccino ed è stato un progredire verso l’abisso, sono arrivato a 41,2 di febbre. Sono già stato morso dalla vipera, insomma, sto sul pezzo”.