Lettera di un rettore agli studenti: “Orgogliosa di voi, non mollate” 

Lettera di un rettore agli studenti: Orgogliosa di voi, non mollate

(Fotogramma)

Pubblicato il: 07/04/2020 13:38

“Sono orgogliosa di voi”; “Il mondo dopo dovrà ripartire e lo farà da voi, con voi”; “non mollate”. E’ una lunga lettera quella che il rettore del Convitto Nazionale ‘Mario Pagano’ di Campobasso, Rossella Gianfagna, ha voluto indirizzare agli studenti. A tutti gli studenti impegnati nelle attività della didattica a distanza e, soprattutto, ad affrontare tutte le difficoltà legate all’emergenza coronavirus.

Quella del 4 marzo, scrive il rettore, “sembrava una mattina come tante. Alle 8,00 il suono della campanella e voi ragazzi con calma, molta calma, siete entrati nelle aule per iniziare le lezioni. Io, come sempre, ero in giro a verificare che tutto fosse in ordine e che non ci fossero problemi. Ma quel giorno, non so dire perché, avevo una strana sensazione. Così, ho convocato d’urgenza per il pomeriggio lo staff dirigenziale per un confronto sulle forme di didattica alternativa e mi sono recata a mensa dove ho stabilito tre turni e distanziato i coperti per permettervi di consumare il vostro pranzo in completa sicurezza”.

Quello però sarebbe stato l’ultimo giorno di normalità; “il primo di un periodo di una scuola non vissuta come piace a voi: stare insieme, chiedere di uscire per incontrare il compagno nel bagno, mandare i messaggi di nascosto sotto il banco per organizzare il pomeriggio o la festa del sabato sera. Nessuno di noi poteva immaginare tutto questo, se lo avessi saputo vi avrei salutato ad uno ad uno per dirvi che ce la faremo”.

“Oggi ho sentito il bisogno di scrivere per dire che sono orgogliosa di voi. Ragazzi, state dando un’importante lezione a tutti noi. Qualcuno ha detto che i giovani non hanno interessi, non sono maturi, pensano solo a divertirsi, non hanno metodo. Come se insegnare il metodo non fosse poi compito della scuola”.

Invece, “io credo che state dimostrando maturità, competenza e forza. Proprio voi, la generazione che è cresciuta ‘in movimento’, quella che fa dell’abbraccio un saluto unico, che passa le sere del weekend per strada, a bere qualcosa e a parlare fino a tardi. Una generazione che, con un semplice messaggio sui social, si ritrova unita in piazza, in migliaia per gridare al mondo quello che pensa. La generazione che passa a casa solo per cambiarsi e mangiare qualcosa velocemente, prima di uscire ancora a vivere gli amici, gli amori”.

“Oggi siete obbligati a una vita senza abbracci, feste, incontri, e rispettate questo vincolo con serietà dando lezione, anche in questo caso, a molti adulti. Sì è vero, siete anche la generazione digitale, quella abituata alle piazze virtuali, a facebook, alla condivisione on line, al ‘ti amo’ via sms, ma con una velocità incredibile avete avuto l’abilità di riprogrammarvi, di lottare stando uniti seppure lontani: cantare sui balconi, creare video per esortare tutti a stare a casa e, alla fine, siete riusciti a farci entrare nel vostro mondo. Siete meravigliosi, non mollate, non sarà facile”.

Quando tutto questo sarà finito, sottolinea il rettore, “non saremo più gli stessi. Forse non guarderemo più il cellulare con la speranza di trovare un messaggio o tanti ‘like’, ma ci guarderemo negli occhi. Continuate così, resistete. Il mondo dopo dovrà ripartire e lo farà da voi, con voi. Non fatevi trovare impreparati perché non possiamo permettercelo. Continuate a studiare, curate la vostra crescita personale, rafforzate la vostra capacità critica per leggere il mondo che vi circonda”.

In questo periodo di didattica a distanza “è divertente vedere come la situazione si sia capovolta: voi pronti davanti ai vostri devices padroni di tutte le piattaforme. Noi, invece, esitanti siamo lì a ricontrollare la procedura, a provare a registrare un video per una lezione on line, e alla fine vi mandiamo un semplice assegno di compiti e pagine da stampare. Credetemi ce la stiamo mettendo tutta e devo dire che anche noi ci siamo riprogrammati in poco tempo e organizzati per non lasciarvi soli”.

In questi giorni “anche io ho dovuto riorganizzare il mio tempo: il tempo scuola che per me è inesauribile e ricco. Leggo molto, scrivo, ascolto la musica. Il tempo è cambiato, non rincorro le scadenze, non incontro tante persone, vivo un tempo ‘lento’ non più ‘rock’. “Sicuramente anche voi ora vi ritrovate a gestire un tempo libero” scrive il rettore che ai suoi ragazzi rivolge un appello: “mi raccomando riempitelo di cose belle e importanti: leggete e ascoltate musica. Non mollate”.