Coronavirus, Galli: “Ripresa difficile senza diagnosi” 

Coronavirus, Galli: Ripresa difficile senza diagnosi

(Fotogramma)

Pubblicato il: 08/04/2020 08:54

“La ripresa sarà estremamente difficile senza la moltiplicazione delle capacità diagnostiche. E’ indegno che medici di Alzano e Codogno finiscano per fare capri espiatori”. E’ un passaggio dell’intervento di Massimo Galli, direttore del reparto malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, a Agorà.

“Le responsabilità non sono in capo ai medici che operavano in questa situazione in condizioni di oggettiva impotenza nei confronti di determinate realtà. C’è stato un clamoroso fallimento della medicina territoriale, quello che doveva essere applicato a livello di territorio non è venuto fuori, c’è stata una contrapposizione tra periferia e centro con palleggio di indicazioni. Perché non si sono fatti i tamponi? Non c’era il potenziale e non c’era nemmeno ora“, incalza.

“Abbiamo moltiplicato i letti di rianimazione ma qualcuno è stato incapace di intervenire per moltiplicare le possibilità diagnostiche. Questo è il punto, siamo verso la ripresa e la ripresa sarà estremamente difficile senza la moltiplicazione delle capacità diagnostiche, non è così complesso. Gli estrattori per i tamponi, per la fase preliminare, li produce un’azienda un’azienda internazionale. La disponibilità degli estrattori è uno dei fattori per fare il test, questo la gente non lo sa ma è così”, afferma ancora.

L’ipotesi di riapertura a maggio “è la più attendibile e perseguibile. Secondo me le scuole, forse, è più prudente che non riaprano proprio, per una serie di motivi. Mi domando poi che senso avrebbe riaprirle per pochi giorni di maggio, ma è una mia valutazione”.

“Gli italiani -osserva ancora- si sono accorti che le mascherine e i farmaci non crescono sugli alberi. Noi non abbiamo una vera produzione nazionale in molti settori vitali, non pretendevo che ci fosse una riconversione in pochi minuti ma questa è una condizione su cui riflettere per il futuro. Non possiamo non essere parte di un tutto internazionale ma non possiamo dipendere del tutto dalla produzione estera che può venirci a mancare