Coronavirus, polizia penitenziaria: “No amnistia ma istituzioni intervengano”  

Coronavirus, polizia penitenziaria: No amnistia ma istituzioni intervengano

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Pubblicato il: 10/04/2020 14:59

“Abbiamo nei giorni scorsi inviato un appello al premier Giuseppe Conte per l’adozione di misure deflative e dall’inizio dell’emergenza sollecitiamo con insistenza le istituzioni ad interventi tempestivi per una migliore gestione dell’emergenza”. A dichiararlo all’Adnkronos è Daniela Caputo, segretario nazionale dell’Associazione Nazionale Dirigenti e Funzionari di Polizia Penitenziaria.

Non accettiamo né amnistie né indulti, come qualcuno – sempre molto inopportunamente – ha voluto strumentalizzare, per qualche minuto di pubblicità. Più semplicemente abbiamo chiesto misure alternative alla pena, senza gravare sulle altre forze dell’ordine, già impegnate nel controllo del territorio”, continua Caputo.

Che sottolinea: “Ci riferiamo al passaggio dall’esecuzione della pena in carcere all’esecuzione della pena fuori dal carcere , con un controllo eseguito dalla Polizia Penitenziaria che, ricordiamo, è Polizia dell’esecuzione penale nel suo complesso. In questa fase sono sospese le attività giudiziarie, salvo casi urgenti. Ne consegue che il personale dei Nuclei Traduzioni e Piantonamenti, normalmente impiegato negli spostamenti della popolazione ristretta, può dare una mano agli istituendi Nuclei di Polizia Penitenziaria presso gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna (UEPE), attraverso una logica di mutuo soccorso interdipartimentale tra contingenti dello stesso Corpo di Polizia” .

Si tratta, dunque, spiega il segretario generale, “chiaramente di applicare misure che non minano la certezza della pena, ma che deflazionano sensibilmente la presenza in carcere, alleggerendo gli istituti penitenziari. Una proposta costruttiva di immediata applicazione volta ad una gestione più razionale ed efficace dell’emergenza sanitaria in carcere, che peraltro si coniuga perfettamente con lo stanziamento delle somme da parte della Cassa delle Ammende per le detenzioni domiciliari dichiarato in queste ore”.

Altri Paesi europei ed extra europei hanno adottato misure eccezionali, pur di evitare il caos nelle carceri, il Santo Padre ha chiesto alle istituzioni italiane risposte creative, noi chiediamo loro di non usare troppo la fantasia, ma semplicemente di applicare la legge e usare le risorse umane dalla legge incaricate della esecuzione penale, il personale della Polizia Penitenziaria”, conclude Caputo