Azienda biotech italiana: “Entro estate test clinici su vaccino” 

Azienda biotech italiana: Entro estate test clinici su vaccino

(Afp)

Pubblicato il: 17/04/2020 12:08

Un’azienda biotech ‘giovane’ e dinamica, ma con una storia solida nel settore, è in corsa per il vaccino anti-Covid: Reithera, con sede a Castel Romano, ha iniziato i test sui topi del suo candidato vaccino basato su un adenovirus del gorilla, utilizzato come vettore per trasportare la sequenza genetica della proteina spike, il ‘gancio’ che il coronavirus utilizza per invadere le cellule. “Abbiamo appena iniziato gli studi di immunogenicità sui topi e ci stiamo attrezzando per la produzione del primo lotto di vaccino nella nostra officina. I sieri dei topi vaccinati verranno valutati allo Spallanzani con un saggio in vitro che misura la capacità degli anticorpi di bloccare l’infezione da parte di Sars-Cov-2. E speriamo di iniziare la sperimentazione clinica entro questa estate”. A dirlo all’Adnkronos Salute è la biologa Antonella Folgori, amministratore delegato e cofondatrice della Reithera.

La storia di Reithera risale a qualche anno fa: “Nel 2006 lavoravamo con Merck Sharp & Dohme, e allora il nostro direttore, il grande scienziato Riccardo Cortese, ebbe l’idea di una spin off, Okairos, dedicata allo sviluppo di vaccini innovativi contro le malattie infettive utilizzando vettori virali derivanti da primati: in questo modo il vaccino era più immunogenico ed efficace”. Okairos sviluppò un vaccino per Ebola, talmente efficace nelle scimmie che nel 2014 fu usato in Africa in piena epidemia, “con brillanti risultati di immunogenicità”.

Nel 2014 però Okairos viene acquisita da GlaxoSmithKline. Così nacque una nuova biotech, Reithera, “per cercare di reiterare” una storia di successo “ed essere utili in medicina”. “Il nome dell’azienda è nuovo, ma la tecnologia è la stessa. Di recente abbiamo sviluppato un nuovo vettore adenovirale isolato da gorilla, molto immunogenico e che cresce bene: un’ottima premessa per la produzione” del vaccino.

Il team insomma era pronto ad impegnarsi nello sviluppo di vaccini contro virus emergenti e potenzialmente pandemici “quando è arrivato il coronavirus”, aggiunge Alessandra Vitelli, Chief Scientific Officer. “Così ci siamo messi al lavoro, forti anche del fatto che nel nostro sito di Castel Romano possiamo occuparci dell’ideazione del vaccino, dello sviluppo dei processi di produzione e della manifattura in Gmp (Good manufacturing practices, ndr): dal bancone di laboratorio ai lotti in breve tempo”.

“Per completare la fase pre-clinica del vaccino – precisa Folgori – lo stiamo testando sui topi. Una volta pronto, effettueremo una serie di test di qualità sul lotto di vaccino destinato al test sull’uomo: siamo in discussione con le agenzie regolatorie per il completamento di questi test in tempi rapidi e per poter passare alla sperimentazione clinica, prevista per l’estate”.

“Lavoriamo a ritmi serrati, con una procedura ‘in emergenza’ – spiega Vitelli – ma mantenendo i massimi standard di qualità. Questo è un vaccino preventivo, che va somministrato a persone sane. Servono test per la sicurezza e l’immunogenicità. Sono convinta che riusciremo ad andare spediti fino a poterlo testare sull’uomo, all’inizio sui volontari e poi in una popolazione ad alto rischio”, come il personale sanitario. “Se tutto procederà bene e il vaccino si dimostrerà sicuro ed efficace – conclude Folgori – a inizio 2021 dovremmo avere le dosi disponibili per la popolazione più a rischio”.