Coronavirus, Bankitalia: “In primo trimestre crollo 5% del pil”   

Coronavirus, Bankitalia: In primo trimestre crollo 5% del pil

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Pubblicato il: 17/04/2020 15:10

”Nei primi tre mesi del 2020 il pil avrebbe registrato una caduta oggi valutabile attorno ai cinque punti percentuali”. La stime è contenuta nel bollettino economico della Banca d’Italia. A tale flessione, si spiega, avrebbero contribuito ”in misura rilevante alcuni comparti dei servizi”.

”Il protrarsi delle misure di contenimento dell’epidemia comporterà verosimilmente una contrazione del prodotto anche nel secondo trimestre, che dovrebbe essere seguita da un recupero nella seconda parte dell’anno” e da ”un’accentuata ripresa dell’attività nel 2021”, indica Bankitalia.

”Nel nostro paese la diffusione dell’epidemia dalla fine di febbraio e le misure adottate per farvi fronte hanno avuto significative ripercussioni sull’attività economica nel primo trimestre. Sulla base delle informazioni disponibili, la produzione industriale sarebbe scesa del 15 per cento in marzo e di circa il 6 nella media del primo trimestre”, si legge nel bollettino.

”Nelle scorse settimane il Governo ha varato significative misure espansive a sostegno del sistema sanitario, delle famiglie e delle imprese colpite dalla crisi, attraverso il rafforzamento degli ammortizzatori sociali, la sospensione di versamenti fiscali, una moratoria sui finanziamenti bancari in essere e la concessione di garanzie pubbliche sui prestiti per le imprese”, rileva Bankitalia. ”Ulteriori disposizioni -si ricorda- sono previste nelle prossime settimane”.

Per una rapido recupero dell’economia, sottolinea Bankitalia, ”saranno cruciali tempestività ed efficacia delle misure di politica economica in corso di introduzione in Italia e in Europa”. ”La rapidità del recupero dell’economia -evidenzia palazzo Koch- dipende, oltre che dall’evoluzione della pandemia in Italia e all’estero, dagli sviluppi del commercio internazionale e dei mercati finanziari, dagli effetti sull’attività di alcuni settori dei servizi, dalle conseguenze su fiducia e redditi dei consumatori.