Coronavirus: Magri (Ancma), ‘per fase 2 fondamentale ruolo due ruote in città’ 

Per la fase 2 fondamentale incentivare le due ruote in città

Paolo Magri, presidente dell’Ancma Confindustria

Pubblicato il: 20/04/2020 17:30

“Per la fase 2 dell’emergenza coronavirus sarà fondamentale una mobilità urbana basata sulle due ruote, biciclette e scooter, meglio se elettrici. Non possiamo rischiare di riempire le città di automobili, sarebbe una montagna di tempo e denaro sprecati”. A parlare con l’Adnkronos è Paolo Magri, da poco presidente di Ancma Confindustria, l’associazione dei produttori di cicli e motocicli.

“Attenzione, è evidente che ciò che dico è pro domo nostra, sarebbe stupido nasconderlo: ma non è questo il punto, queste soluzioni sono necessarie per la società nel suo complesso. Ormai non possiamo permetterci città congestionate tutti i giorni come a Natale, perché con una frequentazione del trasporto pubblico se ci va bene dimezzata, bisognerà rivolgerci a quello privato”.

Nei giorni scorsi Magri ha scritto un appello in tal senso al governo, “ma non mi aspetto una risposta, hanno troppo da fare per rispondere a ciascun portatore di interessi; mi aspetto solo che abbiano presente il problema e le soluzioni, e dai primi segnali che vengono dall’unità di crisi e dai sindaci mi pare che abbiano ascoltato. L’importante è che non prestino attenzione solo al mondo dell’auto. La fase due durerà almeno un anno, non credo che si trovi un vaccino in meno di questo tempo”.

Quindi “è sì fondamentale avere corsie ciclabili dedicate, magari usando anche le corsie preferenziali del Tpl” visto la quasi certa minor frequentazione, fare più parcheggi dedicati anche sottraendo spazio a quelli delle auto: dove entra un’automobile entrano 6 scooter e 15 biciclette. Sono cose scontate che secondo me capiranno tutti”.

Ma in particolare “va incentivato, trovino loro le formule fiscali o altro, lo smart working: è ormai evidente a tutti che ha funzionato, la rete ha retto, tutti fanno riunioni in videoconferenza, noi in Brembo lo facciamo continuamente, è diventata la normalità. Sta a noi fare che questa normalità resti tale”.

E nella promozione dell’uso delle due ruote “anche il mondo del ciclismo sportivo può dare una grande mano a far capire che non solo è più facile e leggero muoversi, ma anche che fa bene alla salute”. Ancma infine, ricorda Magri, “per facilitare l’utenza aveva pensato a un registro per le biciclette, un aiuto per eventuali assicurazioni contro il furto. Ma purché non sia obbligatorio, perché sappiamo bene che rendere obbligatorio un registro potrebbe essere un disastro per l’incentivazione delle due ruote”.