Coronavirus, lo studio: densità abitativa pesa più di smog  

Coronavirus, lo studio: densità abitativa pesa più di smog

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Pubblicato il: 24/04/2020 13:34

Non solo lo smog fra gli ‘alleati’ del nuovo coronavirus e della sua letalità. Anche la densità abitativa ha un peso. Anzi, “potrebbe avere un ruolo decisivo nella diffusione dei contagi registrata in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto“. Almeno a giudicare dagli esiti diversi rilevati in 3 province del Nord Italia. Un esempio su tutti: Bergamo, nota per essere stata fra le aree più funestate dal virus Sars-CoV-2, ha un livello di polveri sottili Pm10 anche più basso di Verona, ma una densità di popolazione quasi 3 volte superiore. A mostrare per la prima volta la possibile correlazione è uno studio italiano di esperti della Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica (Siaaic), sottoposto alla rivista ‘Respiration’ per la pubblicazione.

I dati delle province di Bergamo, Brescia e Verona evidenziano che in aree ugualmente inquinate i contagi sono significativamente differenti e che “alla base delle discrepanze vi è probabilmente una diversa densità di popolazione: dove tante persone vivono vicine, il virus può circolare molto di più e i contagi crescono, indipendentemente dallo smog“, evidenziano gli esperti. Lo studio ha analizzato i dati delle infezioni da Sars-CoV-2 nelle province di Bergamo, Brescia e Verona in relazione alla densità di popolazione e alle registrazioni dei livelli di particolato Pm10 da dicembre 2019 a febbraio 2020, in un periodo cioè in cui non c’erano restrizioni alla circolazione e alla produzione industriale.

“A Brescia e Verona sono stati registrati livelli di smog simili (46 e 44 microgrammi per metro cubo, ndr), mentre l’aria di Bergamo è risultata significativamente migliore: i malati di coronavirus sono stati però molto più numerosi a Bergamo e Brescia, l’impatto a Verona è stato decisamente minore”, spiega Gianenrico Senna, presidente Siaaic, responsabile del Centro asma e allergie del Policlinico universitario di Verona e coordinatore dell’indagine. Lo studio riporta per Bergamo 1.617 decessi per Covid-19 nel periodo considerato, 1.221 per Brescia, 126 per Verona.

“Diversa e direttamente correlata al numero di casi di Covid-19 – fa notare Senna – è invece la densità di popolazione, maggiore a Bergamo città (3.029 abitanti per chilometro quadrato, 405 in provincia), intermedia a Brescia (2.198 abitanti per chilometro quadrato in città, 265 in provincia) e inferiore a Verona, specialmente in città dove gli abitanti sono meno ‘vicini’ benché il totale della popolazione sia maggiore: i veronesi sono più del doppio dei bergamaschi, ma la densità di popolazione è di 1.297 abitanti per chilometro quadrato, quasi un terzo”.

Esistono perciò, chiarisce Senna, “parametri ambientali diversi nelle tre province esaminate, ma pare che l’elemento smog non abbia una correlazione forte e diretta con l’aumento della letalità dei casi di Covid-19, come invece sembra esservi per la densità di popolazione”. Durante l’epidemia di Sars del 2003 era stato dimostrato un legame fra l’inquinamento atmosferico e un maggior rischio di decesso per la polmonite da Sars-CoV: lo smog, compromettendo la salute polmonare, pareva essere direttamente responsabile di un peggior esito dell’infezione.

I nostri dati tuttavia suggeriscono che la densità di popolazione abbia un ruolo ancora maggiore nel facilitare la diffusione del virus nel caso di Covid-19, sebbene non sia possibile identificare un preciso rapporto di causa-effetto. I risultati andranno confermati, ma potrebbero essere rilevanti per guidare le strategie di salute pubblica per il contenimento del virus”, conclude Senna.