Deputati a Fico: “Parlamento non segue misure di sicurezza, è gravissimo” 

Deputati a Fico: Parlamento non segue misure di sicurezza, è gravissimo

Pubblicato il: 27/04/2020 21:24

“Oramai da mesi il Paese tutto si sta impegnando perché in tutti gli uffici e gli ambienti di lavoro vengano rispettate le più rigide misure sanitarie di controllo e prevenzione nei confronti del virus Covid-19” ma c’è “un luogo di lavoro in Italia che non ha utilizzato il tempo del lockdown per pensare e attuare nuove modalità che rendano possibile il lavoro in sicurezza, e questo luogo è il Parlamento italiano”. Così si legge in una lettera firmata da 67 deputati e inviata al presidente della Camera, Roberto Fico.

È gravissimo“, lamentano i parlamentari nella missiva, visionata dall’Adnkronos, “che nel momento in cui, preparandoci alla fase più delicata delle riaperture, nel momento in cui chiediamo a datori di lavoro, lavoratrici e lavoratori cambiamenti delle loro abitudini, il Parlamento italiano, che dovrà decidere delle regole da applicare in tutta Italia, né sia di esempio né si attenga alle minime disposizioni di sicurezza. Come possiamo pensare di rappresentare il Paese, nel momento in cui noi stessi mettiamo in atto comportamenti di facciata invece di cambiamenti sostanziali nel come lavoriamo e come gestiamo le nostre giornate?”.

“Lo scorso 27 marzo”, ricordano i firmatari della lettera, “abbiamo promosso un appello pubblico, che ha raccolto l’adesione di tanti parlamentari, per chiedere l’adozione di tutte le misure di sicurezza e della possibilità di lavoro agile e da remoto. In risposta e a fatica, ci è stato concesso il minimo: da remoto solo riunioni degli Uffici di presidenza e audizioni informali. Non si è raccolto nemmeno l’appello di altri colleghi di valutare la possibilità di tenere le sedute parlamentari in un luogo diverso da Montecitorio”.

“Non solo non si è esplorata la possibilità di votazioni da remoto, ma non si è resa possibile neppure la discussione nelle Commissioni secondo questa modalità. Si è pensato, come troppo spesso fa la politica italiana, che il passare del tempo avrebbe risolto il problema senza bisogno di intervenire. Si è lasciato il tutto ad accordi ipotetici su presenze diradate in Aula, ben sapendo che sono accordi tra gentiluomini e che l’imposizione di un accordo su presenze ridotte in Aula sarebbe semplicemente anticostituzionale”, attaccano i parlamentari nella missiva indirizzata a Fico.