Coronavirus, Renzi: “Ultimo Dpcm è scandalo costituzionale” 

Coronavirus, Renzi: Ultimo Dpcm è scandalo costituzionale

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Pubblicato il: 28/04/2020 08:28

L’ultimo Dpcm sull’emergenza coronavirus è “uno scandalo costituzionale. Trasformiamo il testo in un decreto e portiamolo in Parlamento”. Lo afferma in un’intervista a ‘La Repubblica’ Matteo Renzi, sottolineando che “la ripartenza sarà lenta. Non si rendono conto che in autunno ci sarà una carneficina di posti di lavoro. Ma in ogni caso il testo è un errore politico, economico e costituzionale. Politico perché delega al comitato tecnico scientifico una scelta che è politica: contemperare i rischi. Lo scienziato ti dice che c’è il coronavirus, il politico decide come affrontarlo. E se in Umbria o Alto Adige non ci sono contagi – precisa il leader di Italia Viva – queste regioni non possono avere le stesse restrizioni della provincia di Piacenza”.

La mancata regionalizzazione delle misure, dice ancora l’ex premier, “è una scelta sbagliata. E se fosse politica sarebbe controproducente, perché serve a Salvini, che invece era in un angolo. Un presidente del Consiglio non deve guardare gli indici di gradimento, ma il numero dei posti di lavoro, l’andamento del Pil, le previsioni internazionali. Secondo una stima di Goldman Sachs il lockdown italiano è stato il più duro di tutti. Francia, Germania, Spagna, stanno ripartendo più velocemente di noi dopo aver rallentato meno di noi: ci strappano fette di mercato”.

Per Renzi, “qualcuno dovrà rispondere degli errori per il lockdown. Hanno detto che le mascherine non servivano invece di iniziare a produrle. Hanno mandato i medici in prima linea senza protezione. Non hanno gestito le zone rosse”. Il leader di Italia Viva sottolinea che “medici e cittadini sono stati bravissimi, le istituzioni meno. E ora stiamo perdendo interi settori produttivi per una politica pavida che si nasconde dietro ai tecnici. Poi, appena qualcuno alza la voce, cambia posizione: io voglio tornare a prendere la messa, quindi capisco la Cei. E mi fa piacere che Conte abbia già cambiato idea. Se rispetti il metro di distanza, perché il museo può aprire e la chiesa no?”.

“Il Covid continuerà per un anno – dice ancora l’ex premier -. Dovremo convivere con il virus senza rinunciare alla libertà costituzionale. Il disastro erano le terapie intensive piene: ora ci sono meno di 2mila persone e 9mila posti disponibili. Il presidente del Consiglio non può impattare sulla vita delle persone al punto di definire con Dpcm chi puoi vedere. Abbiamo accettato una limitazione quando le terapie intensive scoppiavano e i medici dovevano decidere chi intubare e chi no, ora basta. La libertà non vale meno della salute”.