Coronavirus, Washington Post: “Più allarmi 007 ma Trump minimizzava” 

Coronavirus, Washington Post: Più allarmi 007 ma Trump minimizzava

(Afp)

Pubblicato il: 28/04/2020 07:46

Tra gennaio e febbraio le agenzie di intelligence Usa avvertirono Donald Trump sulla gravità dell’epidemia di coronavirus in più di una decina di briefing classificati preparati per il presidente americano, negli stessi mesi in cui il tycoon continuava a minimizzare la minaccia rappresentata dalla diffusione del virus. E’ quanto ha scritto il Washington Post, che ha citato funzionari Usa ed ex dirigenti e parlato di “ripetuti” avvertimenti nel rapporto giornaliero per il presidente, noto come ‘Pdb’ (President’s Daily Brief).

Per settimane, si legge, il Pdb ha tracciato la diffusione del virus nel mondo e chiarito che “la Cina stava occultando informazioni sulla trasmissione del contagio e il bilancio letale”, evidenziando anche “la prospettiva di terribili conseguenze politiche ed economiche”. Ma gli allarmi sembrano non essere stati recepiti: il presidente, ha scritto il quotidiano citando le sue fonti coperte da anonimato, è solito saltare la lettura del Pdb e a volte dimostra anche poca pazienza durante il briefing orale che ora avviene due o tre volte a settimana.

Stando agli ultimi dati della Johns Hopkins University, solo negli Stati Uniti i contagi sono 988.451 e 56.245 i decessi. Secondo Hogan Gidley, un portavoce della Casa Bianca, Trump ha “intrapreso un’azione storica tempestiva e aggressiva per proteggere la salute, la ricchezza e il benessere degli americani”. “Supereremo questo momento difficile – ha aggiunto nelle dichiarazioni riportate dal Washington Post – e sconfiggeremo il virus con la sua leadership incisiva”.

“I dettagli di tutto questo non sono veri”, ha invece tagliato corto un funzionario dell’Ufficio del Direttore dell’intelligence nazionale, responsabile per il Pdb.