Salvini: “Torniamo liberi, alla faccia di ogni legge” 

Salvini: Torniamo liberi, alla faccia di ogni legge

Fotogramma

Pubblicato il: 28/04/2020 18:43

“Torniamo liberi, torniamo a produrre, torniamo italiani, basta reclusione alla faccia di ogni vincolo e di ogni legge, c’è la scelta di qualcuno di tenere chiuso, di tenere gli italiani al guinzaglio”. Così Matteo Salvini, conclude la sua diretta Facebook, in cui ha annunciato una mobilitazione parlamentare della Lega e un piano di rinascita nazionale.

“Vi presentiamo – annuncia – nelle prossime ore, un grande piano di ricostruzione nazionale e sarà finalmente il Parlamento, non la televisione, non qualche scienziato o presunto tale a decidere cosa possono fare non fare gli italiani, a concedere a qualcuno di uscire di casa a concedere a qualcuno di tornare a lavorare, a concedere a qualcuno di riaprire il negozio”.

E’ una battaglia di popolo – spiega il leader della Lega – da una parte gli italiani e dall’altra i poteri forti“. “Siamo in una repubblica teoricamente, dove la sovranità appartiene al popolo e come Lega faremo il possibile e l’impossibile perché la sovranità torni effettivamente ad appartenere al popolo”, afferma Salvini.

Abbiamo portato anche troppa pazienza, quindi, in maniera rispettosa, educata, ma determinata, porteremo la vostra voce questa settimana nei palazzi del Parlamento e non ne usciremo fino a che non ci saranno tempi certi da parte di chi governa sulle riaperture, sui soldi alle imprese”, dice annunciando una forte iniziativa parlamentare della Lega, “visto che con gli emendamenti non è arrivato nulla”.

Staremo giorno e notte in Parlamento a nome vostro e ne usciremo solo e soltanto nel momento in cui voi – dice rivolto alle categorie ferme – avrete una prospettiva sicura”. “Il modello della ripartenza – conclude Salvini – è quello di Genova”.

Poi attacca la Cina. “Il virus è arrivato da quella Cina che adesso vorrebbe arrivare in Italia a comprarsi negozi, imprese, alberghi“. “Io – conclude – non mi fido di quella che non è una democrazia, ma di quella che è una dittatura, di quello che è un regime, e io non metto il futuro degli italiani in mano a un regime”, conclude, ribadendo “prima gli italiani”.