Martella, informazione nell’era del coronavirus è servizio pubblico 

Martella, informazione nell'era del coronavirus è servizio pubblico

Pubblicato il: 29/04/2020 16:43

Una funzione da servizio pubblico ‘essenziale’ quella dell’informazione nell’era del coronavirus. Il sottosegretario alla presidenza con delega all’Editoria, Andrea Martella, in audizione presso la commissione Cultura della Camera, riconosce esplicitamente alle testate giornalistiche di avere non solo “concorso” a far rispettare le misure per il contenimento del contagio, ma di aver mantenuto “aperto lo spazio della libertà di espressione, quello che garantisce la libertà di informare e di essere informati su quanto sta accadendo”.

Il riconoscimento non è solo formale visto che il governo, già nel prossimo decreto, valuta una serie di misure per “garantire la tenuta occupazionale e finanziaria dell’intera filiera della stampa, limitando l’impatto economico delle perdite derivanti dalla caduta degli investimenti”. Da quelle fiscali, rivedendo e ampliando il credito d’imposta per gli investimenti pubblicitari, e per l’uso della carta, nonché in forma di agevolazioni alle edicole per cui è allo studio anche un bonus una tantum. Si lavora anche alla forfettizzazione delle rese dei giornali “che vorremmo portare al 100% per abbattere il peso dell’imposizione Iva a beneficio dell’intera filiera” annuncia Martella.

Senza dimenticare il digitale: “Stiamo valutando anche l’introduzione di un credito d’imposta ad hoc per i servizi digitali (servizi di server, hosting e banda larga) rivolti – spiega – alle testate edite in formato digitale. Le testate online hanno svolto e stanno svolgendo un presidio informativo rilevante nell’emergenza sanitaria ed è opportuno introdurre una forma di sostegno ad esse mirata” sottolinea Martella.

Infine sulle agenzie di stampa, di cui nell’emergenza è stata “apprezzata” la funzione di fornire il servizio primario di informazione alle amministrazioni dello Stato, il governo sta lavorando, nella cornice di Editoria 5.0, a una disposizione di legge che disciplini l’affidamento di questi servizi. “Ma l’attuale contesto ci induce a valutare un’ulteriore proroga dei contratti in essere (oltre a quella già votata fino al 31 dicembre n.d.r.) per garantire un quadro di stabilità in attesa di una nuova disciplina”, conclude il sottosegretario.