Temperature record, al Polo Nord +20°C rispetto alle medie 

Temperature record, al Polo Nord +20°C rispetto alle medie

Pubblicato il: 30/04/2020 17:21

Se c’è un campo in cui l’“effetto farfalla” trova la sua miglior applicazione è quello relativo al clima e in particolare ai cambiamenti climatici.

Ne è un esempio quanto sta accadendo in questi giorni al Polo Nord: all’interno del Circolo Polare Artico si registrano temperature elevate come mai prima d’ora. In particolare, dalle mappe del Centro Meteo americano GFS, emerge che una vasta area di alta pressione si è spinta dall’Asia fino alle zone artiche, colpendo paesi come la Siberia con un’ondata di caldo e temperature fino a +20°C rispetto alle medie climatiche di riferimento della zona.

“È come se ci fosse un’autostrada che dal cuore dell’Asia sta portando una massa d’aria molto calda dritta fino alla Siberia” – spiega Mattia Gussoni de iLMeteo.it – “Il problema è che le conseguenze possono essere devastanti e, come spesso accade quando parliamo di clima, relative a varie parti del mondo”.

La diretta conseguenza del riscaldamento al polo Nord sarà molto probabilmente un’accelerazione nel tasso di fusione dei ghiacci artici, già sotto la media (come mostra il grafico del National Snow and Ice Data Center, il centro di informazione e di riferimento degli Stati Uniti a sostegno della ricerca polare e della criosfera) e, se la calotta artica dovesse sparire durante la stagione estiva, ci sarebbero gravi ripercussioni naturali e ambientali, essendo il Circolo Polare Artico l’habitat di molte specie animali, tra cui l’orso bianco e le foche.

Ma le conseguenze potrebbero non fermarsi lì. “L’ondata di caldo al polo Nord potrebbe infatti “spingere” una massa d’aria gelida verso il continente nord-americano, facendo piombare alcuni stati del Canada e degli USA di nuovo in inverno pieno, con temperature anche al di sotto dello zero – dice Gussoni – Non solo. Le correnti polari potrebbero interagire con quelle più calde in risalita dal golfo del Messico, innescando supercelle negli stati centrali con il rischio di formare tornado in zone già profondamente colpite dall’emergenza Coronavirus, specie nel prossimo fine settimana”.