Fase 2, Burioni: “Siamo pronti? Non sono certo” 

Fase 2, Burioni: Siamo pronti? Non sono certo

(Foto Fotogramma)

Pubblicato il: 03/05/2020 21:52

“Siamo pronti? Se domani alle 15 un dipendente di un’azienda ha 38 di febbre, siamo pronti a fargli un tampone? A tracciare tutti i suoi contatti? A isolarli per davvero, non in casa? Siamo pronti a dotare di protezioni tutti i sanitari che lo vedranno? Io non sono certo”. Roberto Burioni, ospite nel salotto di Che tempo che fa, risponde così alla domanda di Fabio Fazio sull’inizio della Fase 2 che scatta domani. “Spero che si verifichi lo scenario più positivo: l’infezione non riparte e se riparte lo fa in maniera molto localizzata e riusciamo a identificare subito i focolai. L’altro scenario è quello di tornare indietro nel tempo: il virus ancora circola, se abbassiamo la guardia il virus riparte. E’ importante ancora il sacrificio, ma servono mezzi e organizzazione”.

“Più che un appello al buon senso degli italiani, dobbiamo fare un altro appello. Spero che eventuali mancanze possano essere coperte da una maggiore attenzione e da un maggiore scrupolo, nessuno di noi vuole rivedere quello che abbiamo visto agli inizi di marzo”, dice il virologo. “La capacità di diagnosticare i nuovi casi, anche quelli asintomatici, e di isolare tutti i contatti è fondamentale per ripartire ed evitare una ricaduta, perché il virus c’è ancora come c’era due mesi fa. Non dobbiamo farci prendere in contropiede, il sacrificio fatto non può andare sprecato”.

“E’ giusto che i telespettatori capiscano che ogni giorno impariamo qualcosa sul virus. Abbiamo imparato che un grandissimo numero di persone asintomatiche possono trasmettere il virus. Una volta dicevamo ‘mascherine solo per i malati’: tutti possiamo essere malati, tutti dobbiamo portare la mascherina oltre ad osservare le misure relative ad igiene e distanziamento sociale”, prosegue. “Abbiamo visto dall’inizio dell’epidemia che i bambini non si ammalano. Un virologo tedesco ha studiato la carica virale nelle varie fasce di età: la carica virale dei bambini è sostanzialmente identica a quella degli adulti. Altri studi hanno analizzato il ‘tasso di attacco’ del virus, identico in bambini ed adulti. I bambini sono un serbatoio efficace per il virus”, prosegue. “Chiudere le scuole è stato molto saggio”.