Coronavirus, Altagamma: “Su lusso previsto calo medio del 20%”  

Coronavirus, Altagamma: Su lusso previsto calo medio del 20%

Via Montenapoleone a Milano (Fotogramma)

Pubblicato il: 07/05/2020 13:23

L’effetto Coronavirus non risparmia il mondo del lusso. Secondo l’aggiornamento del Altagamma Consensus 2020 elaborato da Fondazione Altagamma, in collaborazione con 22 analisti internazionali, si stima per il 2020 un calo dei consumi di beni di lusso personale su tutti i mercati, con una media del -20%.

A seguito di un 2019 concluso con un ultimo trimestre positivo e un inizio di 2020 molto promettente, l’industria dei beni personali di lusso è stata infatti colpita duramente dalla crisi dovuta alla diffusione del virus Covid-19 e ai conseguenti lockdown nazionali e limitazioni del traffico aereo, portando segni negativi in tutte le categorie merceologiche e in tutti i mercati per l’anno in corso.

I dati sono molto negativi – commenta il presidente di Altagamma, Matteo Lunelli – purtroppo non c’era capitato in precedenza di dare dati di questo tipo, però abbiamo visto una cosa positiva da parte di Bain&Company (la società che ha realizzato il Monitor Altagamma Bain sui Mercati Mondiali, ndr) ossia quando viene ribadito un trend positivo per il nostro settore. E’ un anno di crisi, di incertezza, che sarà sfidante per tutte le nostre aziende ma è importante vedere nel lungo periodo che si torna a un trend di crescita dell’1-2% e mi sembra un ottimo segnale“.

“Oggi – sottolinea Lunelli – la sfida è superare l’emergenza, è una tempesta, le aziende di Altagamma sono forti e manterranno dritta la rotta sul valore dei loro marchi. Molti imprenditori di Altagamma hanno manifestato una grande preoccupazione per le filiere e per questo abbiamo chiesto interventi al governo. Nel breve periodo l’attenzione è stata molto forte per le filiere ma nel lungo periodo sarà importante essere in grado di adattarsi a questo nuovo trend e allineare le proprie strategie a quei trend identificati che accelereranno in futuro”. Lunelli si è detto comunque “orgoglioso di come le aziende di Altagamma stanno affrontando questa fase”.

Per Europa (-29%) e Americhe (-22% il Nord e -21% l’America Latina) si prevede la maggior decrescita anche per via della loro più lunga esposizione alla crisi e l’assenza di flussi turisti internazionali, soprattutto cinesi. Gli acquisti dei consumatori cinesi (-9%), primi ad uscire dall’emergenza, giapponesi (-14%) e del resto dell’Asia (-16,5%) sono attesi in forte diminuzione nel 2020, anche se con un impatto inferiore rispetto a Europei (-25%) e Nord Americani (-21%). Per quanto riguarda i prodotti, i peggiori impatti sono stimati per gioielli (-23%), orologi (-25%) e abbigliamento (-21,5%), mentre per pelletteria (-17%) e cosmesi (-13%) il calo sarà inferiore.

“Il Consensus Altagamma con le stime di 22 analisti prevede una forte diminuzione dei consumi mondiali e una profittabilità delle imprese del comparto in calo del 30% nel 2020 – commenta Stefania Lazzaroni, direttore generale di Altagamma -. Un forte segnale positivo è la performance dei canali digitali retail +16% e wholesale +12%. La trasformazione digitale delle aziende sarà certamente potenziata e la crisi porterà a nuovi stili di vita – più sostenibili, moderati e consapevoli – la cui interpretazione sarà determinante per il rilancio dell’alto di gamma. Nel settore dell’hard luxury, sottolinea Lazzaroni, “le perdite sono stimate attorno al 22%” mentre nel settore abbigliamento si parla del -21%.

Il Monitor Bain Altagamma sui Mercati Mondiali stima che i consumi di beni di lusso personali registreranno un calo del 25% circa a tassi costanti nel primo trimestre 2020 (rispetto allo stesso periodo del 2019), con diversi livelli di magnitudo tra geografie a seconda delle tempistiche di lockdown e riaperture. Pur considerata l’attuale crisi, ad oggi sono stati riscontrati chiaramente dei best performer a livello di mercati regionali, di canali e di categorie di prodotto, che hanno parzialmente compensato le performance generalmente negative. Dopo essere stata duramente colpita dalla diffusione iniziale del virus, la Cina continentale ha visto una progressiva ripresa con il diminuire delle limitazioni imposte; altre regioni hanno sofferto a causa di una forte diminuzione dei flussi turistici (principalmente cinesi) e dai lockdown ancora in vigore.

Tutti i canali mostrano performance negative, in particolar modo il travel retail e i department/specialty stores, con esclusione dell’online che si prevede mantenga una traiettoria di crescita positiva anche in futuro. Gli accessori resistono, pur mostrando un trend negativo, seguiti dal beauty e dai gioielli; gli orologi, invece, sono la categoria che ha subito una decrescita maggiore ad oggi.

Per la seconda metà dell’anno, il Monitor prevede una contrazione tra il ±0/-10% e il -20/-25%, al variare della velocità di ripresa del consumo locale e del turismo, e che implica una decrescita nel 2020 tra il -20/-25% e il -30/-35%. L’evoluzione del mercato globale, guardando oltre il 2020, si imposterà su quattro driver chiave: macro-trend regionali, consumer confidence locale, flussi turistici e, soprattutto, azioni/strategie proattivamente implementate dai brand.

Il ritorno ai livelli (in valore assoluto) del 2019 è previsto nel 2022 o nel 2023, con diverse traiettorie di crescita nei prossimi anni, traiettorie che dipenderanno da come si svilupperanno i driver principali di mercato, inclusa (e soprattutto) la risposta strategica dei brand alla crisi.

Per il 2025, ci si attende che il mercato raggiunga i 320-330 miliardi di euro: rappresenterebbe un tasso di crescita 2019-2025 del +2/+3% (Cagr). L’industria dei beni personali di lusso dovrà confrontarsi con cambiamenti e forze perturbanti nei prossimi anni, ed è principalmente nelle mani dei player di questo comparto rimodellarlo di conseguenza, a partire da ora: mentre reagiscono in modo da navigare nella crisi attuale, i brand devono pianificare adesso come intendono guidare la trasformazione dell’industria, partendo dal consumatore.

“Ci aspettiamo una ripresa del mercato del lusso, ma il settore sarà profondamente trasformato – osserva Claudia D’Arpizio, Partner di Bain & Company e autrice dello studio -. La crisi attuale impone a quest’industria di pensare in maniera ancora più creativa e di innovare ancor più velocemente per soddisfare le richiese dei consumatori e superare i vincoli sui canali. I brand che usciranno vincitori saranno quelli che riescono ad interpretare al meglio lo zeitgeist, rimanendo coerenti al loro Dna e alle loro radici”. Quanto alle modalità d’acquisto, per D’Arpizio “ci sarà un ritorno felice al fisico ma la mentalità digital resterà forte. Anche l’omnicanalità diventerà un elemento fondamentale per i brand, ancora più di prima”.

Per Federica Levato, partner di Bain&Company e co-autrice dello studio “i consumatori vedono un mondo che è profondamente cambiato e al quale i marchi del lusso dovranno necessariamente adattarsi. La sicurezza nei negozi sarà obbligatoria, sempre associata alla magia dell’esperienza di lusso: modalità creative per attrarre i consumatori in negozio, o per portargli direttamente i prodotti, faranno la differenza. La velocità di crescita di questo mercato dipenderà dalle risposte strategiche dei brand alla crisi attuale e dalla loro abilità di trasformare l’industria del lusso per conto dei consumatori”.