Vincenzo, dalla sartoria alle mascherine: “Iniziato per sopravvivenza, ora creo oggetti di qualità” 

Vincenzo, dalla sartoria alle mascherine: Iniziato per sopravvivenza, ora creo oggetti di qualità

Alcune delle mascherine prodotte dalla sartoria di Vincenzo Carriero

Pubblicato il: 09/05/2020 18:02

(di Mattia Repetto) – Il proverbio recita “il bisogno aguzza l’ingegno”. Lo sa bene Vincenzo Carriero, che a Mugnano, comune in provincia di Napoli, ha una piccola sartoria artigianale. Pochi dipendenti, tanta voglia di fare. Con l’arrivo dell’emergenza sanitaria e il lockdown, Vincenzo vede precipitare la situazione: “Per noi è stato come se ci fosse crollata la terra sotto ai piedi. Non ho dormito per giorni”, racconta all’Adnkronos. Poi l’illuminazione: la sua è una sartoria, perché non produrre mascherine in tessuto? “E’ un’idea che è nata per sopravvivenza”, confessa. Ma le cose non vanno subito per il verso giusto, perché “l’Istituto Superiore di Sanità ci ha dato risposta negativa – dice – quando abbiamo proposto di produrre dispositivi medici con autocertificazione”.

Poi, quello che Vincenzo definisce “un colpo di fortuna. Abbiamo letto le indicazioni per la realizzazione diffuse dal Politecnico di Bari e il testo del decreto 18 di metà marzo”, che permette di produrre e mettere in commercio mascherine filtranti che non siano dispositivi medici. “Ci siamo buttati nella mischia. Ci è costato tanto, sia in termini economici che di risorse nervose. Ora che è cominciata questa avventura, la reputo un nuovo inizio“, racconta ancora.

Il primo passo è stato un “poco faticoso” ammette Vincenzo, ma per fortuna non è stato necessario cambiare la catena produttiva per dare vita alle mascherine: “Non c’è molta differenza. Siamo e resteremo una micro impresa. Lavoriamo in pochi, abbiamo un’anima artigiana che fatichiamo a perdere e neanche lo vogliamo. Il prodotto – racconta ancora – è totalmente artigianale, come tutti quelli che abbiamo sempre fatto. Ecco, il nostro lavoro è sempre uguale, solo un po’ più faticoso perché cambiare in corsa non è facile”.

Una volta avviata la produzione, “senza la necessità né la forza di produrre migliaia di pezzi”, il passo successivo è stato imprimere quella differenza che fa dell’artigiano un artista e del suo prodotto un risultato unico: “Ci piace pensare che tutti, a breve, avranno una mascherina. Perché, allora, non trasformarla in un oggetto di culto? Facciamo stampare i nostri tessuti negli Stati Uniti con grafiche esclusive, che compriamo e scegliamo con molta cura. Come ogni prodotto artigianale, vogliamo che le nostre mascherine abbiano un’anima, che siamo pezzi di noi, della nostra storia, del nostro gusto, che siano nostre idee“.

E da artigiano ad artigiano, Vincenzo distribuisce le mascherine “in piccoli punti vendita come sanitarie, negozi di abbigliamento, ferramenta. Ci piace il rapporto con le persone, raccontare loro la nostra storia che poi è quella del prodotto. E’ un lavoro faticoso questo – ammette – ma anche gratificante. Quando provano i nostri articoli e poi ci richiamano, oltre al risultato economico ci conforta il fatto di aver imboccato, forse, la strada giusta. Speriamo di avere fortuna“.

I risultati raggiunti, dice infine, sono merito dell’esperienza maturata negli anni: “Senza il nostro background, non avremmo portato a termine questo progetto. Una cosa è sicura, non rinunceremo mai a puntare alla qualità. E’ questa la strada per emergere e riemergere. Spero che tutti, in primis chi ci governa, capiscano quanto patrimonio in termini di conoscenza e saper fare esiste in Italia. Le arti andrebbero preservate, favorite, difese con tutte le forze. Sono una risorsa imprescindibile. Solo il saper fare ci può salvare“, conclude Vincenzo Carriero.