Dl Rilancio, malcontento in maggioranza: ‘Non è pronto’ 

Dl Rilancio, malcontento in maggioranza: 'Non è pronto'

(Fotogramma)

Pubblicato il: 10/05/2020 15:26

Si va, salvo sorprese, verso l’incontro Conte-capi delegazione per chiudere sul dl imprese. Ma mentre il premier e il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, accelerano per un decreto che doveva essere di aprile e poi diventato di maggio, si aprono crepe nella maggioranza per un provvedimento che molti reputano lontano dall’essere pronto per ottenere il disco verde del Cdm. Non è un caso che qualcuno già dia per scontato che il via libera arrivi ‘salvo intese’, formula che sta a significare che il testo resta ‘aperto’, da rivedere e correggere prima dell’invio in Parlamento, “non è il massimo per un decreto di 55 miliardi”, lamenta una fonte di governo di primo piano.

L’ultima bozza, risalente a mezzanotte e trenta, riporta su ogni pagina la dicitura ‘bozza non verificata’, ed è stata inviata ai ministri solo alle 9.30 di questa mattina, raccontano diverse fonti di maggioranza all’Adnkronos. Si tratta di un testo di ben 434 pagine, ecco perché Iv chiede che il preconsiglio -che dovrebbe tenersi nel pomeriggio- slitti, per avere più tempo a disposizione per studiare e approfondire il testo. Non solo. Tante le misure proposte dai diversi ministeri -lamentano in particolare dalle file del M5S- che non hanno trovato spazio nel testo, il che sta generando parecchio malcontento. Ci sono inoltre nel testo delle norme sulle banche che non piacciono affatto ai 5 Stelle, che intendono fare chiarezza.

In particolare, nell’ultima bozza è previsto un sostegno pubblico per le “procedure di liquidazione coatta amministrativa di banche di ridotte dimensioni”, si legge nel testo. Anche per questo c’è chi vorrebbe più tempo per arrivare in Consiglio dei ministri, la cui riunione si auspicava di tenere tra stasera e domani mattina. “Il testo è lontanissimo dall’essere condiviso – spiega un ministro di peso all’Adnkronos – manca la quantificazione delle misure e non c’è chiarezza sul perché moltissime proposte siano state eliminate. Per me è contro il buon senso farlo prima di domani sera, se non martedi’”. Nel mirino soprattutto il presidente del Consiglio e il responsabile del Mef, Roberto Gualtieri.

D’altronte il ‘brogliaccio’ che raccoglieva tutte le proposte arrivate dai ministeri era di oltre 700 pagine, tantissime idee per una coperta che, per quanto ampissima -ben 55 miliardi- non può comunque arrivare a coprire le richieste di tutti. Il Cdm, per molti, ha bisogno di più tempo, “minimo domani sera, ma anche martedì, mercoledì – ragiona un ministro – perché se è vero che il Paese ha bisogno di risposte, le risposte devono essere chiare e non raffazzonate”.